CELANO – È stato accolto stamattina il ricorso, presentato presso il Tribunale del Riesame di L’Aquila, del dipendente comunale Nazzareno Caferra, coinvolto nell’inchiesta “Acqua fresca” e sottoposto a misura interdittiva perché il Gip aveva ritenuto che il funzionario avesse “attivamente collaborato con gli altri indagati nella commissione dei reati ed era inserito nel sistema corruttivo dell’amministrazione celanese” e che ci fosse, quindi, pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio.
A Caferra erano state applicate le misure interdittive il 22 febbraio scorso ed era stato sospeso dal suo impiego il 6 maggio.
I reati contestati a vario titolo sono:“turbata libertà degli incanti” e “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”.
Il collegio giudicante, stamattina, ha accolto l’appello “e, per effetto, ha ordinato l’immediata cessazione di efficacia della misura interdittiva in atto”.
Le motivazioni saranno rese note nei prossimi giorni. La difesa è stata affidata all’Avvocato Stefano Guanciale del Foro di Avezzano.