I fatti risalgono al 2014, circa otto anni fa, quando l’allora dirigente della Provincia dell’Aquila ed attuale Sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, insieme alla dirigente della provincia Paola Contestabile di Celano, Maria Pia Zazzara di Pescina, Mario Scimia dell’Aquila, Anna Maceroni di Avezzano e Ercole Bianchini, furono accusati di un presunto uso dei mezzi dell’ente a scopo personale.
Nello specifico si fa riferimento a 5 viaggi in cui Di Pangrazio avrebbe utilizzato, secondo l’accusa, l’auto blu, per un totale di spese di 600 euro, una cifra davvero irrisoria per cui andare a processo.
Ieri, lunedì 31 maggio, alla fine della requisitoria, i Pm del tribunale di L’Aquila, dottori Stefano Gallo e Roberta D’Avolio, hanno avanzato richiesta di 4 anni e mezzo di condanna per il primo cittadino.
Le pene chieste ammontano: a 4 anni e mezzo per il sindaco Di Pangrazio, a 4 anni e 2 mesi per Paola Contestabile, 2 anni e 8 mesi per Maria Pia Zazzara, 3 anni e 8 mesi per Mario Scimia e un anno per Anna Maceroni . Per quanto riguarda Ercole Bianchini, lo stesso aveva patteggiato a suo tempo una pena di due anni.
La difesa, nelle persone degli avvocati Antonio Milo e Caludio Verini, commentano:
“Pensiamo di aver dimostrato la completa insussistenza delle accuse contro il dottor Di Pangrazio, peraltro come dimostrano gli atti della ragioneria, in quel periodo lo stesso ha rinunciato a circa 60 mile euro di indennità e non ha mai chiesto un euro di rimborso per le spese. La sua specchiata moralità riconosciuta dalla città è stata testimoniata in tutte le fasi processuali che ormai durano da oltre otto anni con una grande sofferenza del dottor Di Pangrazio, rieletto sindaco della città per tutelare i cittadini, come sta facendo sin dall’inizio, dalla grave fragilità economica e sociale in cui versa il territorio marsicano.
Sul contestato utilizzo dell’autovettura di rappresentanza dell’Ente, ricordo che un illustre predecessore, il professor Mario Spallone, in occasione di un procedimento analogo del Tribunale di Avezzano, dove gli venivano contestati numerosi viaggi e il Pm aveva chiesto 5 anni di pena, sulla base del regolamento per la gestione e l’uso dei veicoli comunali, tutt’ora vigente, fu assolto perché il fatto non costituisce reato. Siamo sicuri che anche il tribunale dell’Aquila sulla base della ricostruzione dei fatti assolverà il dottor Di Pangrazio, per continuare a difendere i cittadini e una città che, dopo un lungo periodo di commissariamento, sta iniziando a risalire la china”.