di Leonardo Alfatti Appetiti
Tlaxcala, Messico – “Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione” come nel tremendo scherzo di Necchi nel film Amici miei atto II, anche qui siamo di fronte ad un gesto tanto infelice quanto efficace.
18 uomini, candidati del partito di centro-sinistra “Fuerza por México”, hanno visto sfumare la possibilità di essere eletti a causa del mancato rispetto della parità legale tra donne e uomini nelle liste. Come i veri campioni, sotto stress hanno dato il meglio della loro inventiva: autodeterminarsi donne e cambiare in fretta e furia il proprio genere nei documenti elettorali.
Il tribunale, l’Instituto Tlaxcalteca de Elecciones, incredibilmente, ha approvato le loro candidature. Nonostante sia una palese truffa, infatti, non è possibile mettere in dubbio la buona fede dei candidati e contestare l’auto-identificazione del genere di un individuo.
I gruppi LGBT+ messicani hanno perso il sonno dopo questa decisione. Si sentono discriminati dal tribunale, che definiscono non un loro alleato, e vedono le loro stesse armi usate contro di loro. Non è la prima volta che il Messico regala queste perle. Già nel 2018, nello stato di Oaxaca, 15 candidati uomini cercarono di fingersi trans per eludere la parità di genere. Le loro candidature vennero respinte. Il tribunale elettorale di quest’altro Stato non cadde nella trappola dell’eccesso di politicamente corretto, ma forse il vento è cambiato oggi.
Tuttavia, a difesa di queste 18 donne in carriera, bisogna pur ricordare che hanno cambiato in una notte solo il sesso, mica il partito. Visto dall’Italia, questo bizzarro valzer di gender sembra quasi un esempio di civiltà e rispetto verso gli elettori.