TAGLIACOZZO – Si è espressa ieri, lunedì 17 maggio, la Sesta Sezione della Suprema Corte di Cassazione per l’inchiesta di Tagliacozzo, denominta ”Marsica mani pulite”, rigettando il ricorso del Procuratore generale della Corte d’appello di L’Aquila, dottor Domenico Castellani, ed assolvendo definitivamente l’architetto Carlo Tellone.
Tellone, con sentenza n.134/18 in data 11/12/2018 del Gup del tribunale di Avezzano era stato dichiarato colpevole del reato di cui all’Art. 317 e 353 del c.p. (concussione e turbativa d’asta) e condannato, con rito abbreviato, alla pena di 2 anni, 8 mesi e 20 giorni. La difesa dell’imputato, nelle persone degli Avv. Antonio Milo del Foro di Avezzano e Marco Pierdonati del Foro di Roma, si erano appellati alla decisione ottenendo, l’8 ottobre 2020, il ribaltamento della sentenza “perché il fatto non sussiste” . Il Pm Castellani aveva presentato ricorso contro tale sentenza, ma nella giornata di ieri la Suprema Corte di Cassazione, ha prosciolto definitivamente Tellone.
I fatti
L’inchiesta, iniziata nel 2016 e condotta dai carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo, agli ordini, all’epoca dei fatti, del capitano Edoardo Commandè (avanzato di grado dopo poche settimane) portò all’arresto dell’allora sindaco Maurizio Di Marco Testa, difeso dall’avvocato del Foro di Avezzano Roberto Verdecchia, all’applicazione di misure cautelari ed interdittive nei confronti di amministratori, dipendenti comunali, professionisti , imprenditori e alla conseguente caduta del consiglio comunale a causa delle dimissioni del sindaco che provocarono, inevitabilmente, elezioni anticipate.
L’avvio fu dato dall’esposto di Alfonso Gargano, consigliere ed assessore comunale di Tagliacozzo, e da alcune dichiarazioni, rese note alla Polizia Giudiziaria ( la stessa che ha condotto le indagini di Capistrello e Celano), che sono risultate inaffidabili, generiche e senza fondamento, accusando il sindaco di minacce ed aggressioni nei suoi confronti per portarlo alle dimissioni dall’incarico di assessore ai lavori pubblici.
Il Gargano, come si legge negli atti, “non si è costituito parte civile e non ha formulato fin da subito accuse specifiche bensì si è limitato a esporre succintamente una serie di fatti “ambigui” di cui aveva conoscenza o perché riferitigli da terzi o perchè appresi in ragione della sua attività politica di consigliere comunale”. Giovedì 13 maggio si è svolta nel tribunale di Avezzano l’udienza dibattimentale sull’inchiesta di Tagliacozzo, in cui è stata confermata, appunto, l’inattendibilità di Alfonso Gargano, principale teste della Procura ed accusatore dell’allora sindaco Maurizio Di Marco Testa.
Le conclusioni
Al cospetto degli ultimi sviluppi (l’inattendibilità del teste e l’assoluzione dell’architetto), la clamorosa inchiesta “Marsica Mani Pulite” e tutto l’impianto accusatorio, dopo anni di calvario giudiziario, sembrerebbero sgretolarsi a favore degli indagati, che subirono una gogna mediatica senza fine, e della storia democratica della stessa Tagliacozzo.