CELANO – Agosto 1473, Leonardo è stato qui. Una “Giornata di Studio” sulle recenti ricerche che vedono Celano e il Fucino quali luoghi vinciani.
La figura artistica di Leonardo da Vinci, la sua immensa opera, hanno suscitato, a livello globale, un fascino costante.
Anche in Abruzzo l’interesse per Leonardo ha avuto un grosso rilievo soprattutto per il suo viaggio nell’Abruzzo Ulteriore Aquilano tra il 1499 ed il 1501. Leonardo intraprese, In compagnia del ricco mercante milanese suo amico Paolo Trivulzio, un mitico viaggio che toccò Taranta Peligna, Sulmona e altri luoghi. Un altra testimonianza della presenza del Genio di Vinci in Abruzzo si ritrova nel Codice Lauri. il manoscritto apografo sul “Trattato della Pittura” dello stesso Leonardo fu stampato interamente su carta filigrana CELANO, prodotta nell’antica Cartiera lungo le gore della fonte dei Santi Martiri.
Uno studio recente ha identificato nel disegno conservato nel Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze un paesaggio con il borgo di Celano affacciato sul lago del Fucino. Il bozzetto, datato 5 agosto 1473 – giorno dedicato a Santa Maria della Neve- è conosciuto come il “primo disegno” di Leonardo (mm 285 x 195) ritoccato dal maestro con inchiostro differente e realizzato su carta non filigranata di buona qualità.
Il bozzetto leonardiano assume un valore particolare di testimonianza del precedente soggiorno di Leonardo in Abruzzo, a Celano e nel Fucino, intrapreso tra luglio e agosto del 1473, prima, quindi, dell’altro compiuto intorno tra gli anni 1499 e1501.
Quel precedente viaggio abruzzese di Leonardo è argomentato nello studio ricordato, a firma di Antonio Palesati, Maria Teresa Stefani e Maurizio Ragni: In fuga dal sacco di Volterra? Leonardo da Vinci in Abruzzo: il castello di Celano e il Fucino, pubblicato nel 2019 su Rassegna Volterrana, XCV 2018.
Gli autori, nel loro approfondito saggio, ripercorrono magicamente gli stessi luoghi attraversati dal grande Maestro e … “in uno dei viaggi da noi intrapresi da L’Aquila al bacino del Fucino, passando per l’altopiano di Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo e Ovindoli, superata quest’ultima località in direzione di Celano, tra la fitta vegetazione del percorso scosceso, a tratti si scorgeva la piana già lacustre dominata dal castello, cosìriedificato da Antonio Todeschini Piccolomini.
La vista di quell’edificio, connesso alla piana e ai rilievi alla sua destra, è stata improvviso richiamo visivo esplicito alla configurazione di paesaggio del disegno leonardesco. […J” “L’impressione, che la vista del castello di Celano affacciato sulla piana del Fucino fosse il tema della composizione leonardiana, ci ha spinti a cercare il possibile luogo da cui l’artista avesse potuto trarre il suo punto di osservazione per portare a termine il disegno […J” “Secondo la nostra ricostruzione, il luogo da cui Leonardo osservò Celano e il lago del Fucino avrebbe dovuto trovarsi lungo l’itinerario di Ovindoli, direttrice che l’artista dovette percorrere nel suo avvicinamento al bacino lacustre. […J Il calcolo da noi stabilito, […J ci ha portati a identificare il costone roccioso su cui l’artista dovette recarsi per prenderne memoria visiva. Fortuna ha voluto che nel luogo da noi identificato, la vegetazione dei rimboschimenti operati in anni recenti, non abbia definitivamente nascosto la vista panoramica sulla cittadina e sulla vasta pianura che sarà, da qui a qualche anno, resa impossibile dalla crescita degli alberi. […J”
Lo studio getta luce sulle motivazioni della presenza di Leonardo a Celano, che gli studiosi motivano con il forzoso allontanamento da Firenze, di Leonardo, dopo il suo contributo alla campagna militare terminata con il “Sacco di Volterra”. Le possibili ripercussioni all’indomani della sconfitta dell’antica città etrusca avevano probabilmente spinto Leonardo a allontanarsi da Firenze e dalla Toscana, trovando rifugio ed ospitalità presso Antonio Todeschini Piccolomini, in buoni rapporti con i Medici e con il Magnifico Lorenzo. Leonardo fu ospitato proprio nel Castello di Celano, come si deduce dalla frase che accompagna il lato verso della carta del celebre disegno, dove il giovane maestro confessa: “Io, morando dantonio sono chontento”, ovvero “Io sono contento di dimorare presso la casa di Antonio”, intendendo per Antonio, il Todeschini Piccolomini, nipote prediletto, di Papa Pio II -al secolo Enea Silvio Piccolomini- investito della Contea di Celano nel 1463 da Re Ferdinando (Ferrante) d’Aragona.