Cronisti minacciati, nel 2021 già 63 casi. E’ quanto emerso nell’ambito della riunione dell’Organismo permanente di supporto al Centro di Coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti del ministero dell’Interno. Insieme al linguaggio d’odio e alle minacce in rete è stato il tema al centro dell’incontro a cui ha preso parte anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna.
Linguaggio d’odio e minacce sono due fenomeni interconnessi che spesso hanno ad oggetto giornaliste e giornalisti “colpevoli”’ di trattare argomenti come il fenomeno migratorio, la criminalità organizzata, le attività di gruppi neofascisti e neonazisti. Un trend di violenza in costante crescita quello evidenziato dal Servizio Analisi Criminale: i 63 episodi registrati nei primi tre mesi del 2021 rappresentano il 50% rispetto al primo trimestre 2020, in quasi un caso su due (42%) arrivati tramite web. Lazio, Toscana, Lombardia, Sicilia, Puglia ed Emilia Romagna le regioni più colpite.
Le donne l’obiettivo privilegiato degli odiatori, con tutto quello che questo comporta in termini di insulti e minacce di tipo sessista.
Alla riunione hanno portato le loro testimonianze le giornaliste e i giornalisti minacciati Paolo Berizzi, Angela Caponnetto, Asmae Dachan, Graziella Di Mambro, Chiara Giannini, Antonella Napoli, Nello Scavo, e i rappresentanti delle forze di Polizia.
Il prefetto Rizzi, che presiede l’Organismo, ha affermato che “il fenomeno dell’odio in rete e delle minacce ai giornalisti, in modo particolare in questo difficile momento che la nostra società sta vivendo, è costantemente monitorato dalle Forze di Polizia e seguito con grande attenzione dal ministro dell’Interno”. Il presidente del Comitato per le intimidazioni ai cronisti della Commissione, Walter Verini, che ha chiuso la riunione affermando che “Difendere il lavoro dei cronisti significa difendere la libertà di informazione”.