L’AQUILA – Diverse categorie di persone note sembrano essere coinvolte nei saltafila abruzzesi per ricorrere la dose del vaccino anticovid19. Se ne è parlato l’altra sera con l’avvocato Carlo Benedetti, presidente del Partito Democratico L’Aquila che ha lanciato una denuncia relativa a queste triste e rabbiosa vicenda. Intervistato nella rubrica di #MARSICAST, Benedetti ha dichiarato: “Inizio a dire che il fenomeno dei furbetti è di 26 mila persone in Abruzzo su circa 200mila vaccinati. Non si tratta di leggende metropolitane. Personalmente, ho chiesto di poter controllare il nome dei vaccinati fuori sacco perché è l’unico modo per controllarli è esser resi edotti dei loro nomi.
Come annunciato da molti giornali, nel comune dell’Aquila sembra sia coinvolto il mondo della politica, il mondo degli imprenditori, ma anche quello di parenti di sanitari e giornalisti aquilani. Non solo L’Aquila, anche Castel Di Sangro, Avezzano, sono città con nomi di furbetti. Purtroppo, sono consapevole che è un meccanismo che è complice: nel modulo di adesione bisogna specificare se si è cargiver (badante). in questo modo, dal momento che la responsabilità è di chi compila il modulo, chiunque può dichiarare di essere un badante di un parente ultra80enne. E così faranno tante di queste 26mila persone in Abruzzo. La gente muore e vogliamo avere chiarezze.
La magistratura ha aperto autonomamente un fascicolo procedendo a degli accertamenti, che sono ancora nella fase delle indagini preliminari. Posso dire che l’area è molto pesante. Organizzare in breve una vaccinazione di massa è meritevole, ma bisogna garantire un controllo democratico. Stiamo combattendo una guerra, dove ci sono tanti morti per questo ritengo necessario che un controllo debba essere chiarificatore davanti a questa tragedia.
Più volte mi sono confrontato con il dottor Alessandro Grimaldi, direttore del reparto di malattie infettive del San Salvatore e più volte mi ha spiegato come uno degli obiettivi principali della campagna vaccinazione sia quello di stabilire un calo sia della curva dei decessi sia di quella dell’ospedalizzazione. I parametri dell’età e della fragilità rientrano quindi nei criteri cardine per poter proseguire la vaccinazione e i “furbetti” non fanno che un danno a queste persone”.
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