Nella notte tra sabato 27 e domenica 28 marzo 2021 si cambia: inizia l’ora legale, finisce quella solare. Alle 2 di notte bisogna spostare le lancette in avanti di 60 minuti. Dormiremo un’ora in meno, ma guadagneremo un’ora di luce e giornate più lunghe.
Una prassi che in Italia è in vigore dal 1966 e che fondamentalmente nessuno ha mai messo in dubbio, dato che indubbi sono i vantaggi che ne derivano. Sfruttando maggiormente le ore di luce, infatti, oltre banalmente a godersi di più le giornate nei mesi estivi, si innesca un meccanismo di risparmio energetico non indifferente, quantificato in oltre 500 milioni di kWh, pari al consumo medio annuo di elettricità di circa 200mila famiglie. I sei mesi di ora legale hanno dunque un importante impatto ambientale e anche economico, dal momento che minor consumo di energia significa anche bollette più leggere.
Se in Italia ci sono pochi dubbi sui vantaggi dell’ora legale, nel resto d’Europa – dove le disposizioni relative all’ora legale sono state unificate nel 1980 – tuttavia non è cosi.
Nel 2018, infatti, il Parlamento europeo ha votato una proposta della Commissione europea che chiede di abolire il cambio dell’ora. Ai tempi la decisione aveva scatenato un ampio dibattito ma poi la questione era andata raffreddandosi, dal momento che la deadline inizialmente fissata per il 2019 era stata posticipata al 2021. Ora però il 2021 è arrivato e, entro la fine dell’anno, ciascuno Stato dell’Unione europea dovrà decidere se adottare l’ora legale o l’ora solare. Quello di stanotte potrebbe dunque essere l’ultimo passaggio all’ora legale, e quello del prossimo ottobre l’ultimo cambio dell’ora in assoluto.