Non riguarderebbe tutto il personale sanitario ma solo chi di loro lavora a contatto con i pazienti l’obbligo di vaccinarsi contro il Covid 19 a cui sta pensando il governo. Sul testo sono al lavoro tre ministeri, Giustizia, Sanità e Lavoro oltre alla presidenza del Consiglio dei ministri. Per evitare il proliferare di contenziosi, si sta studiando nell’ambito del decreto che dovrebbe rendere obbligatorio il vaccino per gli operatori sanitari a contatto con i pazienti, l’ipotesi di un cambio di mansioni per chi continua a rifiutare il vaccino, come alternativa alle sanzioni che si stanno ancora definendo.E’ per questa ragione che nell’elaborazione del testo , un decreto a quanto ha riferito il presidente del Consiglio Mario Draghi, è coinvolto anche il ministero del Lavoro.
“Il governo – ha detto il premier Draghi durante la conferenza stampa di oggi – intende intervenire: non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati. La ministra Cartabia sta prendendo un provvedimento a riguardo”. Quella sugli operatori sanitari non vaccinati – ha puntualizzato il ministro della Salute Speranza – “è una norma a nostro vaglio ma riconosciamo che l’adesione del personale sanitario è stata molto ampia, è la stragrande maggioranza e ha dato il buon esempio. C’è un pezzetto molto minimale, che stiamo quantificando, sul quale valutiamo un intervento con una norma”. Lo dice il ministro della Salute Roberto Speranza in conferenza stampa con il premier Mario Draghi.
Il decreto con il quale il governo si appresta a introdurre l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario a contatto con i pazienti ha la sua cornice nelle sentenze della Corte costituzionale, che è più volte intervenuta nella materia dei vaccini. Una delle ultime sentenze sull’obbligo vaccinale è del 2018 e relatrice era l’attuale ministra della Giustizia Marta Cartabia. Si tratta della sentenza con cui la Corte Costituzionale bocciò tutte le questioni sollevate dalla Regione Veneto contro l’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione a scuola, reintrodotto nel 2017 dalla legge voluta dal ministro Beatrice Lorenzin.