di Leonardo Alfatti Appetiti
«Senza la musica tutto crolla e striscia… Musica edificio del Sogno!...» Céline scrive “Scandalo negli abissi” come se fosse un’opera teatrale vera e propria. La punteggiatura irregolare e l’uso abbondante dei tre puntini guidano il lettore esattamente al ritmo del controverso scrittore francese. Le pause e i sussulti nel libro sono gli stessi dell’anima di Céline che, come un direttore d’orchestra, li scandisce e intervalla con silenzi e musica. La musica essenziale è il canto di Pryntyl, sirena prediletta del parodizzato Nettuno, dio impotente del mare, e rivale della decadente e rifatta Venere, dea delle creme per il viso.
«Quid Sirenes sint cantare solitae?» (Cosa sono solite cantare le Sirene?) si chiedeva il poeta latino Svetonio. La sirena di Céline, mandata in esilio tra gli uomini, canta canzoni di addio e nostalgia. Perde la voce quando perde l’innocenza a causa degli uomini avari e truffatori del porto. Si libera di loro e torna a cantare della gioia del ritornare a casa. Canta dolcemente perfino davanti al capitano della nave-peschereccio killer del mare. Canta e balla, musica e movimento come intermediari tra l’esistenza e la morte. Termina la musica, la festa è finita, si spengono le luci, cala il sipario, il sogno si abbatte sugli scogli.
Il tema della musica è presente in tutte le opere di Céline e lui stesso scrive e interpreta due canzoni “A noeud coulant!”(A nodo scorsoio) e “Réglement” (Regolamento) nel 1936 e 1937. Nella prima canzone decanta le doti di Katinka la putain (puttana) adorata da un gruppo di marinai, al contrario della sfortunata sirena Pryntyl. Nella seconda se la prende con un rivale a noi non noto «Je te trouverai, charogne! Un vilain soir!»(Ti troverò, carogna! Una brutta notte!). Céline, ostracizzato in vita a causa dei vergognosi libelli antisemiti, anche nel più anarchico mondo di internet non trova spazio e nella barra di ricerca di Google si posiziona dopo la Céline Dion cantante e la Céline casa di moda francese.
Ad ogni modo, lo scrittore francese è ancora un rebus. Le dispute sul suo antisemitismo continuano ad oscurarne la memoria e la potenza innovatrice nonostante le diverse interpretazioni degli ultimi anni, come quella di Pasquale Panella:«Céline detestava il popolo come espressione borghese e convenzionale (…) detestava quello ebreo perché è il popolo eletto, il popolo più popolo di tutti (…) e quindi, nella visione di Céline, più parodico di tutti»
Per celebrare i 60 anni dalla morte dello scrittore francese, avvenuta il 1 luglio 1961, sarebbe forse opportuno guardare oltre la superficie e dedicargli della musica. E perché no proprio “Pryntyl” di Vinicio Capossela, canzone dedicata alla vispa e innocente ballerina sirena di Céline, alla faccia del capitano testa di morto.
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