AVEZZANO – Alla fine gli artigli del panther hanno trovato casa nel presidio ospedaliero di Avezzano. Nella giornata di ieri, il famigerato Panther, reclamato da tutti, è arrivato finalmente nel territorio marsicano. 500 tamponi all’ora. Se ci sono i reagenti, certo. L’attendibilità non è del 100%, visto che la variante inglese non la riconosce.
Ai più, però, la quantità fa più rumore della qualità.
Il primo macchinario Panther, oggi nel laboratorio dell’Aquila, era stato ordinato nel 2019, per effettuare ricerche ed esami contro l’Hiv, l’Hcv, Hev, Hbv ed altre forme di epatite. Solo a Maggio 2020, si era scoperto potesse elaborare i tamponi molecolari da Sars-Cov2.
Tutta la Marsica lo ha invocato nella seconda ondata, quando il tracciamento era saltato e c’erano enormi difficoltà nel presidio ospedaliero di Avezzano, con gente che ha atteso l’esito dei tamponi in ambulanza per ore. “Ancora è in America”. “C’è stata la necessità di inviarlo in Brasile”. Erano spiazzanti le risposte delle autorità regionali e sanitarie nei mesi di ottobre e novembre.
Alla fine eccolo qui. Ad Avezzano, a far compagnia ai due Menarini, tanto criticati perché più lenti nell’esame dei tamponi, ma in grado di rilevare la presenza anche delle varianti del virus.
Ora, la domanda: ci sono i reagenti per il Panther o avremo il macchinario solo in esposizione? In un periodo in cui sicuramente l’obiettivo primario è la vaccinazione, avremo modo di avere un tracciamento adeguato ad un anno dall’inizio della pandemia?