AVEZZANO – Fino ad ora hanno sbagliato tutto o quasi. Tardivi nelle risposte, banali nelle proteste, noiosi nelle polemiche, gli uomini del centrodestra di Avezzano sono sembrati coerenti con la campagna elettorale. E non sempre la coerenza è un valore. Anche perché la nobiltà della sconfitta è quella di chi combatte nonostante le forze soverchianti degli avversari, non quella di chi rende soverchianti gli avversari con una battaglia poco nobile.
E così tra appelli per i diplomini arrivati in ritardo, rivendicazioni di fogne realizzate grazie all’impegno del partito e attacchi al sindaco che non critica ferocemente il manager sanitario messo da loro, gli uomini del centrodestra cittadino non ne hanno azzeccata una, fino ad ora.
In Forza Italia la svolta elettorale “rosa” tesa a creare un nuovo corso al femminile, è finita tra rinunce plurime dopo pochi mesi. Oggi in consiglio comunale per F.I., c’è una figura esperta, rispettabile ma che, avendo due folti baffi bianchi, a occhio e croce non ci sembra una donna.
In Fratelli D’Italia, i dirigenti locali sono stati confermati avendo centrato in pieno le indicazioni dei vertici aquilani alle ultime amministrative. Siamo ironici ma non troppo!
Pure nella Lega ci sono state conferme importanti, più o meno per lo stesso motivo.
Il capoluogo aquilano dorme sonni tranquilli perché qui, politicamente, non cresce nessuno e lì invece arrivano fondi regionali e nazionali.
Con una novità che infatti sta creando fibrillazione.
È di queste ore la polemica tra FDI e Lega. E ruota intorno ad una delle sorprese dell’ultima campagna elettorale, Alfredo Mascigrande da Caruscino al quale possono essere rimproverate due colpe imperdonabili.
La prima la hanno piazzata i cugini di Fratelli D’Italia in modo esplicito, tramite un comunicato (che a noi non è arrivato). La seconda è molto più significativa e infatti rimane sottotraccia, senza comunicati.
A Mascigrande vengono rimproverate alcune assenze tattiche ma in realtà ciò che si vorrebbe far passare è quanto in campo militare si chiama “intelligenza con il nemico”.
Starebbe d’accordo con Di Pangrazio e per questo invece di sparare a zero su ogni facezia propone, sollecita e soprattutto indovina i tempi.
Ora, il vero problema non sta nel rapporto con il nemico, che ad oggi non oltrepassa una normale forma di rispetto per il sindaco tipica delle città civili e che a molti urlatori nostrani manca.
Il problema sta nell’intelligenza.
Interviene poco e quando serve; inserisce uno dei suoi nel coordinamento regionale ed è l’unico che, fino ad ora, è riuscito a giocare d’anticipo con uno straccio di proposta, chiedendo interventi nel suo quartiere.
Erano d’accordo? Non lo sappiamo. Però sappiamo che le sue assenze erano dovute una al covid e una al lavoro.
E poi sappiamo che dinanzi ad una coalizione che sbaglia tempi, modi e temi, il giovane sindacalista di Caruscino ogni tanto li indovina.
Gioca d’anticipo, come ha fatto con i voti e quando scrive qualcosa, quello che scrive non sembra dettato dal capoluogo di Regione.
Ed è questo che è imperdonabile, non le assenze.
Insomma, c’è un giovane a Caruscino. Speriamo non invecchi presto come gli altri.