AVEZZANO – “E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita” (da “La pioggia nel pineto di Gabriele D’Annunzio)
Nasceva oggi, nel lontano 1863, Gabriele D’Annunzio, una delle voci più importanti del Decadentismo italiano. Poeta, romanziere, politico, D’Annunzio è stato una figura molto controversa, ma non per questo meno affascinante.
Un esteta della vita e soprattutto della parola: il linguaggio in lui diventa armonia e ogni poesia uno spartito musicale che si riveste di suggestioni che vanno oltre la lettera del testo. Tutto che rimanda ad un tutto nella fusione panica con un “oltre” da sempre vagheggiato da poeti, artisti e sognatori.
E così le gocce di pioggia, nella poesia sopra menzionata, diventano dita e le piante su cui cadono strumenti: un concerto divino, pur in una visione laica, in cui l’uomo si perde, si confonde, per poi ritrovarsi creatura silvana che vive all’unisono con la natura.
Così ci piace raccontare Gabriele D’Annunzio, il nostro artista abruzzese che tanto ha dato nella nobile arte della parola.