AVEZZANO – È giunta notizia, da parte di una testata giornalistica che il noto Ente Parco della Lessinia, nel veronese, stia attivando delle procedure per limitare l’uso dei droni all’interno del proprio territorio. Sull’articolo si legge che l’uso di tali sistemi volanti possa, in qualche modo non ben specificato, creare chissà quale danno al sistema faunistico del luogo nonché alla violazione di una non ben definita privacy (forse presidenziale?) di persone o proprietà private. Ma non è finita.
Secondo quanto riportato nell’articolo, in quel territorio sarebbero presenti delle rocce con contenuto di ferro, le quali creerebbero campi magnetici tali da disturbare le attività di volo dei droni.
Viene da pensare: che sia stato scoperto un nuovo triangolo delle Bermude?…o cosa potrebbe accadere ai portatori di pacemaker?….
Ad ogni modo, dispiace leggere certe cose in quanto indice di profonda ignoranza e altezzosità di chi le dichiara. In ogni caso il titolo più adatto per tale argomento sarebbe stato: Crociata antidrone al Parco della Lessinia.
Certi argomenti, infatti, andrebbero trattati da persone esperte e competenti: nel caso specifico si parla di aeronautica e come tale va argomentato. Purtroppo le lotte tra Guelfi e Ghibellini non accennano a smettere in un Paese come l’Italia e ciò che si temeva sta accadendo. Il Parco riferisce che stanno facendo dei regolamenti per limitare l’uso dei droni non sapendo che non c’è alcun regolamento da fare poichè l’attività di volo è già regolata da Enac; oltretutto adducendo delle motivazioni di carattere scientifico per giustificare e mettere in atto un “muro contro muro” che porterà a contrasti anti-produttivi e anti-culturali. Questi droni sembra stiano diventando una “Fiamma proibita di Megiddo” contro i quali si debbano alzare chissà quali protezioni perchè pericolo per l’umanità e l’ambiente. Ciò viene palesemente diffuso tramite inique a apodittiche informazioni che alimentano ignoranza e confusione al sistema. A questo si aggiunge la poca credibilità scientifica di chi le pensa.
Si invitano, pertanto, gli operatori del settore, ad utilizzare un minimo di riflessione autonoma per evitare che questi atteggiamenti possano sconfinare in comportamenti sbagliati e illegali..