AVEZZANO – I consiglieri di opposizione, Mario Babbo, Stefano Lanciotti, Lorenza Panei, Meno Babbo, Goffredo Taddei, Tiziano Genovesi e Alfredo Mascigrande, non ci stanno, e dopo un attenta analisi di qualche giorno non perdono tempo a lanciare J’accuse all’amministrazione Di Pangrazio, – “il Comune ha tagliato le tasse: non è vero!” e con la nota stampa che segue ne spiega le ragioni.
Il Bilancio di Previsione, approvato dalla maggioranza nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, è il documento che fotografa e cristallizza la reale volontà dell’amministrazione di dare risposte alle legittime esigenze dei cittadini.
In pratica, il Bilancio non è soltanto un importante adempimento contabile o amministrativo, ma è uno strumento – il solo vero strumento – a disposizione del Comune per organizzare in modo funzionale ed economico la sua attività.
Quanto previsto su tale atto deve prevedere le relative coperture economiche e deve essere concretamente realizzabile, tutto il resto è pura “annuncite”.
Per le opere ed i progetti, comunicati dall’amministrazione alla stampa in pompa magna, e spacciati come già realizzati o prossimi alla realizzazione, sono stati richiesti finanziamenti tramite i vari bandi regionali o nazionali la cui effettiva consistenza ed eventuale approvazione è ancora tutta da verificare.
Partendo dall’assunto che non si boccia un bilancio tout court, contenendo lo stesso anche opere o comunque spese condivisibili, quello che l’amministrazione Di Pangrazio ha voluto far passare per un documento che andrebbe a risolvere tutti i problemi della città e dei cittadini, nel quale si tagliano tasse e si realizzano opere, in realtà contiene più di un punto debole.
E’ stato detto che il Comune ha tagliato le tasse: non è vero!
Se veramente avesse voluto far risparmiare in maniera significativa i cittadini avezzanesi, il Comune avrebbe dovuto “tagliare” ben altre spese, cosa che il Sindaco si è guardato bene dal fare perché avrebbe dovuto rinunciare, ad esempio, ai 90.000,00 euro annui che l’amministrazione si è riservata per le consulenze esterne, o all’importo impegnato per l’assunzione di altri due dirigenti, quando non più di due mesi fa Di Pangrazio aveva sbandierato ai quattro venti il fatto di aver eliminato tre dirigenze e di aver rinunciato ad un capo di Gabinetto per destinare i risparmi alle partite iva e alle persone in condizioni di significativa criticità finanziaria.
Ciò avrebbe consentito un concreto risparmio di somme da impiegare per disporre, sulla base delle norme regolamentari vigenti, riduzioni delle aliquote TARI.
Ben venga il fatto che si sia deciso di ritoccare al ribasso del 25%, la quota variabile Tari in favore di attività commerciali e famiglie in difficoltà – provvedimento accolto con grande favore anche dalla minoranza che in realtà lo aveva proposto già nel dicembre dello scorso anno, trovando all’epoca il voto contrario della maggioranza – ma va spiegato alla cittadinanza che detti tagli graveranno sugli altri cittadini, quelli che diligentemente sono iscritti e pagano per i rifiuti.
In altre parole, seppur spalmata diversamente sui contribuenti, la somma che il comune chiede ai cittadini non è stata ridotta di un centesimo.
Sull’argomento, l’unica vera operazione da fare per ottenere risultati nel breve termine, consiste nel mettere in campo iniziative volte a far emergere le utenze sommerse, così da alleggerire realmente le tasse degli avezzanesi diligenti.
Per ciò che concerne l’IMU, il Consiglio Comunale ha deliberato il mantenimento dell’aliquota base dell’11,1 per mille, vicina al plafond massimo dell’11,4 per mille stabilito per Legge.
Di fatto è stata confermata la stessa aliquota che Di Pangrazio, in opposizione nel 2018, contestava fermamente all’allora Sindaco in carica.
Perché non si è provveduto ad abbassarla, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale?
In definitiva, non è tutto oro quello che luccica!