AVEZZANO – È tra la parole più gettonate del triste momento che stiamo vivendo. Alla pletora di neo esperti virologi, si sono aggiunti novelli, conoscitori di macchinari da laboratorio. D’altra parte, vuoi mettere la grintosa ed energica forza del Panther contro l’anonima e soave leggerezza del Menarini?
Partiti di destra, partiti di sinistra, movimenti politici: tutti contro l’operato del manager della Asl1 Roberto Testa. Continuano a proliferare fiumi d’inchiostro (in versione digitale per il web), per criticare l’operato della direzione asl1 nel territorio marsicano. E oggi il Panther è tra le parole top of Mind, come dicono gli esperti di marketing. Gettonatissima, se dovessimo parlare di una canzone, visto che siamo in tema Festival.
Quindi via la giacca, via la cravatta e ok al costume da tecnico di laboratorio ed ecco che arrivano le dichiarazioni ultimative: “Il panther fa 500 tamponi l’ora”. “Il panther è migliore”. “Vogliamo il Panther”. “Abbiamo chiesto il panther da sempre”.
Abbandonando l’ironia poco consona al drammatico momento che viviamo, recuperiamo la serietà. La verità sul Panther è la seguente: il macchinario, ordinato con delibera 152/19 della Asl1, era necessario a rafforzare i controlli sull’Hiv, Hev, Hbv, Hcv ed altre malattie. Solo in un secondo momento, verso maggio 2020, a fine prima ondata, alcuni tecnici di laboratorio hanno scoperto che poteva processare anche i tamponi molecolari del Covid-19. E qui c’è un piccolo, ma importante particolare: che mentre il Panther non è in grado di riconoscere le forme mutate della SarsCov2, il Menarini sì. E oggi quello che mette paura sono le varianti del virus, soprattutto di fronte alla campagna dei vaccini.
Meno tamponi, quindi, ma migliore attendibilità. Per cui migliore qualità, una parola che non fa mai propaganda in politica, ma in termini sanitari dovrebbe essere ben compresa dai tecnici del settore.
Sicuramente, il secondo Macchinario Menarini non è la soluzione di tutti i problemi, ma non è nemmeno il peggiore dei mali.
Il problema è che la verità non riesce a “tamponare” la propaganda politica, le cui varianti non sono difficile da identificare. E così oggi tutti mirano alla “testa”, da destra a sinistra. Alla testa della Asl1, e nello specifico al Manager Testa. E di questo a noi interessa poco. Interessa, invece, che le critiche verso la sanità siano rivolte ai problemi reali e non ad esigenze di partito, per altro parecchio mutevoli.
Perché quando c’erano morti fuori l’ospedale, i politici di centro destra festeggiavano una tenda, manco fossimo dinanzi all’esigenza di allestire un campeggio e non di preparare una risposta immediata ed efficace alla pandemia.
E quelli di sinistra che avrebbero facili argomenti per attaccare la regione, sembrano farlo sul versante sbagliato. Perché, in fondo, il Menarini, ha l’unico difetto di avere un nome poco grintoso. Ma il Panther, invece, pur avendone uno molto più virile e selvaggio, non è detto che faccia più paura al virus.