ROMA – “I lavoratori dello spettacolo devono stare tranquilli, la possibilità di riaprire dal 27 marzo non pregiudica i ristori”. Il ministro della cultura Dario Franceschini rassicura il settore dai microfoni di Radio Non Stop News su Rtl 102.5. “Anche quest’anno erogheremo il fondo unico per lo spettacolo indipendentemente dalle alzate di sipario e continueremo a dare i ristori e a sostenere il settore anche con le aperture limitate”, dice intervistato da Pierluigi Diaco.
Cinema e teatro, fa notare Franceschini “hanno chiesto a lungo di riaprire. Ma si tratta di realtà con esigenze diverse, anche rispetto alla riapertura. Per il cinema, ad esempio, c’è da considerare una questione di prodotto. Per questo nel dpcm che probabilmente firmeremo già oggi l’ipotesi è quella di consentire e non certo di obbligare la riapertura a partire da quella data”. Naturalmente in zona bianca o gialla, aggiunge, e compatibilmente con l’andamento dell’emergenza: “Non abbiamo la bacchetta magica”. Quanto agli orari,
precisa il ministro, “E’ chiaro che saranno limitati, così come i posti. Se c’è il coprifuoco, va rispettato. Poi via via ci adegueremo. Sarà comunque simbolico, un po’ come fu con le librerie in pieno lockdown, che abbiamo voluto tenere aperte”.
Lo stesso per i musei: “apriranno anche nei weekend ma solo su prenotazione per impedire assembramenti”. E’ vero che purtroppo la cultura è chiusa ed è vero , ricorda, “che anche io ho chiesto che l’Italia fosse la prima a riaprire. Ma bisogna sempre valutare il contesto. Al momento in tutta l’Europa è così, con la sola eccezione della Spagna”. Quindi sul tema dei lavoratori: “Cultura e turismo sono tra i settori che hanno pagato di più e che riprenderanno con più lentezza. In questi lunghi mesi però abbiamo stanziato 2 miliardi di fondi, introdotto misure che non esistevano come la cassa integrazione, fondi di sostegno per gli stagionali e i precari. Continueremo a farlo – conclude- sosterremo il settore fino a quando ci sarà l’emergenza, anche con riaperture limitate”