Avezzano – Oggi le scuole sono chiuse. Lo ha deciso la Regione Abruzzo per dare una ulteriore stretta nel tentativo di contenere il dilagare del virus e, in particolar modo, delle varianti presenti anche nella nostra regione. Ma sulla scelta di utilizzare la didattica a distanza per le scuole primarie, l’Assessore alle politiche scolastiche del Comune di Avezzano Patrizia Gallese non è in sintonia con la Regione.
“Non mi sfugge il sentimento alla base di questa decisione”, scrive l’assessore Patrizia Gallese, “e credo che nessun amministratore l’abbia presa a cuor leggero. Ritengo, tuttavia, che la didattica a distanza applicata alle elementari sia inopportuna da un punto di vista pedagogico e possa rappresentare un segnale di resa di fronte alle esigenze dei bambini e delle famiglie.
Nella scuola primaria la DAD, nonostante tutti gli encomiabili sforzi dei docenti, può essere considerata, per i piccolissimi, solo un modo per mantenere momentaneamente la relazione con il docente in vista del ritorno alla normalità.
Credo sia un dato di fatto che le esigenze educative e formative degli alunni della scuola primaria e delle prime classi di scuola media, necessitino di un’attenzione particolare che tenga conto del grado di sviluppo dei discenti.
“Il provvedimento” , dice la Gallese, “viene adottato in un territorio che non è in zona rossa con il paradossale esito di vedere gente a spasso il pomeriggio e famiglie rinchiuse in casa, al mattino, per seguire la DAD. Mi sembra un messaggio sbagliato e incoerente, arrivato improvvisamente senza dare la possibilità di un minimo di organizzazione alle famiglie”.
Oltretutto, ricadendo il nostro territorio in zona arancione, i genitori lavoratori non potranno avvalersi, al contrario di quelli che risiedono in zona rossa, del diritto ad astenersi dal lavoro, per assistere i figli durante la didattica a distanza, come previsto dal Decreto Legge 137/2020.
Sulla vicenda intervengono anche i consiglieri di maggioranza Ignazio Iucci e Alfredo Chiantini, che sollecitati da numerosi sindaci del territorio, dichiarano: “Si può giustificare la piccola confusione contenuta nel post del presidente Marsilio che scrive di scuole primarie di primo e secondo grado perché un refuso può capitare a tutti; è invece molto più significativo non tener conto che l’applicazione di una modalità così impattante per i bambini, pur dovendo essere l’extrema ratio, è arrivata senza alcun preavviso, senza nessuna pianificazione, con gli asili lasciati aperti e i genitori lasciati soli. C’è un senso di disorientamento da parte dei cittadini e di confusione da parte della Regione; d’altronde, fino ad oggi, anche quando si era in zona rossa, le scuole primarie sono restate sempre aperte”.