AVEZZANO – Un’odissea quella che stanno vivendo i docenti abruzzesi che lavorano fuori regione. Nonostante, siano iniziate da tempo le vaccinazioni per gli insegnanti, il personale scolastico residente in Abruzzo, ma operante nel Lazio non viene vaccinato.
“La Regione Lazio ha aperto le iscrizioni per il personale scolastico prima dell’Abruzzo, ma purtroppo il mio tesserino sanitario non veniva riconosciuto”, racconta un’insegnante marsicana, di Tagliacozzo che lavora nel Lazio, “mi è stato risposto dagli organi di competenza di rivolgermi in Abruzzo, in quanto il Lazio vaccina solo i lavoratori appartenenti alle Asl della propria Regione.
“Cambio fronte e mi rivolgo alla mia Regione. Peggio del previsto. Mi rispondono che lavorando nel Lazio devo essere vaccinata lì, perché l’Abruzzo non vaccina insegnanti che non operano nella regione, come da circolare comunicata, ma c’è di più”, aggiunge la docente, “mi sono rivolta proprio all’assessorato regionale dalla cui mail ho ricevuto una risposta che mi ha invitato ad avere toni più tranquilli solo perché ho scritto un messaggio in MAIUSCOLO e di seguito mi è stato detto che la Regione sta cercando di provvedere e che deve decidere il commissario Arcuri perché altrimenti non ci sono vaccini per tutti”.
“Non ho mai visto tanta disorganizzazione. Dobbiamo assolutamente uscire da questa muraglia burocratica, ma soprattutto abbiamo bisogno di risposte certe”.
In sostanza, un rimbalzo di responsabilità senza precedenti che lascia trasparire una vera e propria mala gestione della campagna vaccinale su tutti i fronti, specie nel territorio abruzzese verso i propri abitanti. Lo stesso problema è stato rilevato anche da insegnanti campani e pugliesi che lavorano nella regione Lazio.
Bisogna passare per il Commissario straordinario per risolvere una questione che riguarda i diritti dei cittadini residenti nella Regione?