AVEZZANO – Una maxi operazione della Guardia di Finanza che si avvia nel 2013 e dopo 8 anni sembra trovare un primo punto di uscita tra teste di legno, Durc ripuliti e società cartiere. L’attività investigativa, delegata dalla Procura della Repubblica e condotta dal dottor Maurizio Maria Cerrato è arrivata alla conclusione delle indagini preliminari che vedono 42 persone coinvolte nel settore delle illecite compensazioni di contributi previdenziali ed assicurativi utilizzando indebitamente, mediante la presentazione di modelli di pagamento F24, versamenti di crediti d’imposta inesistenti.
I COINVOLTI. Nell’indagine sono coinvolte 42 persone fisiche, di cui 5 sembrano essere i soggetti promotori ed organizzatori e 19 i prestanome di società cosiddette cartiere. Queste 24 persone sono indagate per associazione a delinquere finalizzata a truffa aggravata ai danni dello stato. Sembra poi siano stati individuati 18 i rappresentanti di società che hanno beneficiato di indebite compensazioni e sono indagate per truffa.
LE SOMME. Le compensazioni fraudolente che hanno interessato società ricadenti di Avezzano ammontano a 1.087.927,79 €. È stato, inoltre, appurato che le società che hanno avuto il ruolo di cartiere nel sistema fraudolento, hanno indebitamente compensato ulteriori 30.255.572,67 € nei confronti di altre società ubicate in tutto il territorio nazionale.
LE INDAGINI. Le indagini sono state avviate negli ultimi mesi del 2013, a seguito dello sviluppo di alcune attività ispettive eseguite dall’Agenzia delle Entrate, segnalate alla Procura. Nel corso dell’attività sono stati esaminati tutti i versamenti eseguiti dal 2009 al 2013 da parte delle 26 società che avrebbero compensato con propri crediti inesistenti dei debiti previdenziali e fiscali a vantaggio di numerose altre società. Le investigazioni hanno previsto perquisizioni di locali, tabulati telefonici relativamente ad oltre 700 utenze telefoniche, accertamenti bancari ed escussione di persone informate sui fatti.
LA FRODE. Dai fascicoli emerge che che società non operative da anni e prive di patrimonio, venivano acquisite e fatte rappresentare da persone di fiducia. Queste “teste di legno”, ricompensate con somme di denaro, interagivano con società che non presentavano una regolarità contributiva necessaria ad ottenere il Durc. A queste, proponevano di ottemperare ai debiti, attraverso il versamento di un “risparmio” di fittizi contributi previdenziali ed assistenziali creati mediante compensazione con propri fittizi crediti d’imposta. I versamenti erano apparentemente erogati dalle società “cartiere”, strumentali alla frode. In questo modo, la società beneficiaria otteneva la possibilità di non versare i contributi sul lavoro dipendente risultando, al contempo, in regola con i versamenti previdenziali.
Secondo le indagini, un sistema fraudolento molto ingegnoso e sopravvissuto nel tempo grazie alla mancanza di un controllo automatico sulla corrispondenza tra il soggetto che presentava la delega per il versamento (con il quale vengono compensati i crediti INESISTENTI) e quello titolare della matricola INPS, cui vengono accreditati i versamenti. Al momento quindi, sono concluse le indagini preliminari e si attende l’eventuale rinvio a giudizio degli indagati o l’archiviazione del caso.