“Il 20% dei contagiati presenta la variante inglese e la percentuale è destinata ad aumentare”, ha affermato il professore nell’intervista, “Bisognava fare il lockdown a dicembre, prevenendo tutto questo, mentre ora siamo nei guai. Serve un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese diventi prevalente e per impedire che abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele. E neanche zone arancioni, va chiuso tutto e va lanciato un programma nazionale di monitoraggio delle varianti”.
“Dove si trovano le varianti brasiliana e sudafricana servono lockdown stile Codogno, non le zone rosse che sono troppo morbide”, ha aggiunto Crisanti, “La Germania continua il lockdown, la Francia pure, l’Inghilterra anche, solo noi pensiamo asciare e a mangiar fuori. Tutti vogliamo una vita normale, ma non si realizza se non si controlla la pandemia”. Sulle vaccinazioni Crisanti ha detto che “sarò distratto, ma ho scoperto solo ieri delle strutture con la primula: uno spreco di soldi pubblici, mentre bisogna organizzare scuole, cinema, teatri e palestre. Evidentemente le case farmaceutiche si sono trovate di fronte a una richiesta senza precedenti. In più, l’organizzazione va a rilento”.
All’appello del professore, si aggiunge anche l’intervento del dottor Palù, presidente dell’agenzia italiana del farmaco Aifa, “Le tre varianti che stanno circolando nel mondo, l’inglese, sudafricana e brasiliana, rendono il Sars-CoV-2 più contagioso – afferma Palù – e quindi aumentano il rischio di ricoveri in ospedale e di decessi. La preoccupazione non si può negare. Però ripeto, per tenere sotto controllo le varianti, a cominciare da quella inglese, più diffuso in Italia, servono le stesse precauzioni e le stesse misure utilizzate per il ceppo originario di Wuhan, la città cinese dove la pandemia è nata. Mi dispiace dirlo, anche gli impianti sciistici potrebbero costituire un rischio. Sappiamo da 4-5 studi che l’infezione, a prescindere dalle mutazioni, ha una certa prevalenza tra 12-19 anni e poi tra 19 e 50 anni. Quindi andrei cauto con la ripresa di scuole superiori e università. Sarebbe ideale poter spostare il calendario in avanti, quando il quadro sarà migliore”.