OVINDOLI- Con il passaggio della Regione in fascia arancione si rischia seriamente che la stagione sciistica, mai iniziata, sia anche finita qui. Abbiamo rivolto qualche domanda al gestore degli impianti di Ovindoli Monte Magnola Giancarlo Bartolotti per capire meglio la situazione attuale e il destino degli impianti da sci dopo le ultime decisioni prese a riguardo delle nuove disposizioni governative.
D. Per iniziare non possiamo non chiederle quale è il danno che riceverete nel non aprire subito passando per la zona arancione.
R. Tutte le stazioni, oggi come ogg,i non hanno incassato un soldo ed il danno è enorme. Noi qui ad Ovindoli attualmente solo per coprire le spese ordinarie da marzo dello scorso anno ci abbiamo rimesso tre milioni di Euro. Il danno è davvero enorme e sta per diventare irreparabile.
D. Un danno che si somma a quello della scorsa stagione nella quale, come sappiamo, a causa della poca neve, si è annaspato a stento soprattutto perché poi a marzo la stagione è terminata.
R. L’8 di marzo dello scorso anno ci hanno bloccato! La grande beffa della scorsa stagione ha riguardato il fatto che dopo una stagione fallimentare a causa della poca neve ha iniziato a nevicare due giorni prima che chiudessero tutto. Stavamo per riuscire a salvare il salvabile con l’arrivo di importanti flussi di turisti e con alberghi pieni ma non c’è stato nulla da fare. Così abbiamo perso tutto il mese di marzo e anche aprile fino a Pasqua, senza incassare nemmeno un centesimo.
D. Arrivando proprio al cuore: l’apertura degli impianti è ormai un miraggio…
R. Impianti chiusi! Speriamo in un miracolo ma quel che è certo è che ciò che conta sono i pareri del comitato scientifico i quali però sembrano in totale confusione. Chi dice una cosa e chi ne dice un’altra e noi rimaniamo di fatto al palo in balia di vere e proprie non-decisioni e rimandi continui. Sono arrivate anche queste varianti del virus che non ci volevano proprio! Di fatto anche l’atteggiamento tenuto del governo è assai discutibile nei nostri confronti. Se solo pensiamo che in nazioni come Austria, Svizzera, Francia, Germania, chi più e chi meno hanno aperto tutti. E invece noi no!
D. Avete ricevuto ristori per far fronte a questo periodo e soprattutto in che modalità questi ultimi sono stati erogati?
R. Noi non abbiamo ancora visto un soldo e non sappiamo quando arriveranno. Ci hanno promesso questi tre Milioni che dovrebbero essere distribuiti poi a tutti (maestri, scuole sci, noleggi, Comuni) e quel che temo è che poi la parte destinata agli impianti sarà minima e non riuscirà a risollevarci. A meno che non ci sia un’integrazione alla legge che indubbiamente resta un’ottima iniziativa del governo regionale. E’ certo che se i ristori continuassero a ritardare ancora, il rischio di un fallimento per noi ma per tutti i gestori degli impianti è inevitabile. Servono i soldi e servono ora! Non ce la facciamo più a reggerci sulle nostre gambe. Siamo consapevoli che questo non è facile perché l’emergenza sanitaria legata alla pandemia sta svenando le casse del governo… però ci siamo anche noi.
D. Sul personale invece; sappiamo che la Monte Magnola dà lavoro a tante persone. Quest’anno immaginiamo che non abbiate contrattualizzato nessuno. Come ha gestito lei quindi questo aspetto.
R. Quest’anno non abbiamo assunto nessun dipendente stagionale. Abbiamo quelli fissi e basta. Stiamo tirando avanti con il minimo indispensabile solo per l’ordinaria amministrazione. Con la stazione aperta le cose cambierebbero. A pieno regime servono sempre dai cinquanta ai sessanta dipendenti.
D. Passiamo invece alla manutenzione degli impianti che sappiamo essere un’attività molto gravosa. La Monte Magnola l’ha effettuata regolarmente?
R. La manutenzione degli impianti è una cosa molto onerosa. Durante l’estate prima dell’apertura della stazione c’è sempre da fare: tra revisioni generali, delle centrali elettriche, dei riduttori e via dicendo c’è sempre da investire parecchio; sono azioni necessarie perché dobbiamo attenerci alle norme dell’U.S.T.I.F. altrimenti gli impianti non verrebbero né collaudati né revisionati e questo ci impedirebbe di aprire.
D. Lei riesce a darci una percentuale quanto più realistica del danno che avete ricevuto fino ad adesso?
R. Il danno ricevuto fino ad adesso è praticamente del cento per cento. Non abbiamo incassato nulla.
D. A riguardo della disavventura del Monte Velino Invece, sappiamo dell’incidente del gatto delle nevi… ci sono novità sui rimborsi promessi?
R. Il rimborso è stato promesso e mi auguro che tra l’assicurazione e la parte regionale ci hanno detto che verrebbe reintegrato un gatto delle nevi funzionante nuovo. Stiamo aspettando che ci siano decisioni a livello della Protezione Civile, Vigili del fuoco e via dicendo… perché sono tanti gli enti inerenti a questa operazione. Una operazione avvilente e deprimente a cui noi abbiamo dato massima disponibilità e massima collaborazione non immaginando lo schianto a terra del mezzo durante il trasporto.
D. Ultima domanda, riguarda una vera e propria notizia. Abbiamo appreso di una piccola slavina sulla pista della Anfiteatro coccinella che ha provocato qualche danno… ci può dare qualche informazione in più?
R. Purtroppo sì. Lì purtroppo è un punto un po’ cruciale e non si tratta di una sola slavina soltanto ma di due o tre. La prima ha riempito gli inghiottitoi e i buchi, la seconda ha livellato tutto e la terza ha distrutto la casetta in legno del macchinista all’arrivo della seggiovia. Tutto questo è successo di notte e per fortuna non c’era nessuno. La neve quando scende fa danni soprattutto perché era carica di acqua ed era quindi molto pesante.