VALLE ROVETO – A conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Avezzano, i Carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo, sotto il comando del maggiore Silvia Gobbini, hanno dato esecuzione alle ordinanze di misure cautelari emesse dal GIP del locale Tribunale, nei confronti di tre indagati, ritenuti responsabili del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
LE INDAGINI. Nella primavera del 2020, dopo una serie di segnalazioni pervenute ai militari della Compagnia di Tagliacozzo relative ad un presunto traffico di sostanze stupefacenti nella Valle Roveto sono iniziate le indagini. Gli inquirenti hanno deciso di procedere ad un’attività di osservazione e controllo, con tanto perquisizioni a carico dei giovani del posto nelle quali sono state rinvenute sostanza stupefacente del tipo cocaina e crack (stupefacente ricavato tramite processo chimico dalla cocaina). Successivi accertamenti hanno permesso di indirizzare le indagini su un unico obiettivo, ovvero l’abitazione occupata da due degli indagati divenuta, “base operativa” e punto di riferimento dei giovani della zona per il rifornimento di sostanza stupefacente. Invero, i vari acquirenti testimoniavano di essere soliti rifornirsi di stupefacente da un giovane conosciuto come “Gennaro” dimorante in Capistrello.
GENNARO. L’uomo adiuvato dalla compagna ha mostrato di sapersi muovere con estrema cautela e disinvoltura favorito nella sua attività delinquenziale anche dal contesto ambientale in cui ha operato ovvero l’abitazione, sita in una zona strategica, ubicata all’interno del centro storico di Capistrello raggiungibile con le autovetture, percorrendo un’unica strada a doppio senso alternato da semaforo che ha permesso allo stesso di muoversi indisturbato cogliendo in anteprima eventuali controlli di polizia. L’abitazione in questione consentiva altresì al soggetto di muoversi con destrezza tra i vicoli della zona rurale, per lo più disabitata, permettendogli quindi di raggiungere in tempi brevi gli acquirenti e sfuggendo alla vista degli operatori di polizia.
LE INTERCETTAZIONI. Le attività di intercettazione hanno dimostrato come gli acquirenti si rivolgessero ad utenze telefoniche “dedicate” per stabilire i contatti del successivo smercio di droga. Gli investigatori, inoltre, hanno accertato anche l’ausilio attivo della compagna convivente dell’uomo, la quale si prodigava nella preparazione del crack tramite la procedura artigianale di “cottura” della cocaina predisponendo le singole dosi da cedere al minuto agli acquirenti. E’ emerso altresì il coinvolgimento di un’altra figura femminile nella vasta attività di spaccio. Quest’ultima al fine di ricevere a titolo gratuito lo stupefacente per uso personale si prodigava nelle varie consegne al dettaglio per conto di Gennaro. La pluralità e la reiterazione delle cessioni, che si sono snodate nell’ambito di un considerevole arco di tempo, induce a ritenere che ci si trovi davanti ad un fenomeno di consolidato traffico di sostanze stupefacenti, che aveva luogo in una vera e propria “piazza di spaccio” sulla base di un altrettanto consolidata organizzazione, che assicurava un commercio continuativo e stabile.
IL TRAFFICO. Inoltre le investigazioni hanno dimostrato come le modalità di organizzazione dell’attività illecita, l’ingente quantitativo di stupefacente movimentato, i radicati contatti nel bacino di utenza della Valle Roveto e l’elevata professionalità con cui gli indagati si sono dedicati quotidianamente all’attività di spaccio hanno rappresentando certo riferimento per i tossicodipendenti della zona, tanto che la predetta attività illecita è sembrata essere l’unica dalla quale gli indagati hanno tratto fonte di reddito e di arricchimento. Nel corso dell’indagine sono state denunciate ulteriori 3 soggetti per spaccio di stupefacenti nonché altre 14 persone segnalate alla competente Autorità Prefettizia quali assuntori, sebbene gli investigatori abbiano riscontrato dall’attività di indagine la frequenza di più di 200 acquirenti di sostanza stupefacente.
L’ARRESTO. Il G.I.P. del Tribunale di Avezzano, convenendo con le risultanze investigative ottenute dagli organi inquirenti, ha emesso il provvedimento cautelare della custodia cautelare in carcere nei confronti del principale indagato, M.M. di anni 33, gli arresti domiciliari nei confronti della compagna V.V. di anni 25 e la misura dell’obbligo di dimora con permanenza domiciliare notturna nei confronti dell’altra donna P.V. di anni 34 disponendo inoltre in danno di queste ultime la sospensione della percezione del beneficio del “Reddito di Cittadinanza”.