La Fiesa Confesercenti Abruzzo e Molise si dichiara fortemente contraria alla cosiddetta “Lotteria degli scontrini”, soprattutto perché parte in un periodo di emergenza sanitaria che non ha dato la possibilità alle imprese di adeguarsi in tempo. Non va dimenticato che vi è anche un problema di costi; circa 300 euro per l’aggiornamento dei registratori telematici e l’acquisto dei lettori ottici per la lettura del codice lotteria. È evidente che si tratta di una spesa elevata, ma soprattutto inopportuna in questa fase difficile che sta attraversando il Paese, con aziende, soprattutto piccole e medie, con difficoltà finanziarie dovute al calo dei consumi che incidono direttamente sull’economia d’impresa. Non va dimenticato neanche le difficoltà di connessione telematica. Molte aziende non riescono ad avere un efficiente servizio internet; in ampi territori delle zone interne non hanno nessun collegamento, proprio per mancanza di linea. Solo la grande distribuzione è riuscita a organizzarsi in tempo, con un danno aggiuntivo agli esercizi di vicinato.
Per la Fiesa Confesercenti Abruzzo e Molise non è una questione di voler eliminare la cultura dei contanti; ma la lotteria degli scontrini non è utile per la lotta all’evasione fiscale. Per l’Associazione, l’incoraggiamento all’uso del denaro virtuale potrebbe essere più efficace se si abbassassero i costi delle commissioni bancarie, se non addirittura azzerarle del tutto.
Inoltre, la Fiesa Confesercenti Abruzzo e Molise non si aspetta un aumento dei consumi legati alla lotteria degli scontrini, proprio come è accaduto con il cashback. «I 5 miliardi che il Governo ha investito per queste operazioni, non sono state utili né al commercio né all’artigianato alimentare – ha dichiarato Vinceslao Ruccolo, Presidente Fiesa Confesercenti – Tutte queste risorse potevano essere utilizzate per modernizzare e digitalizzare il settore telematico, intervenendo su wifi, banda larga e misuratori fiscali con il contactless». In sostanza, la fretta di attivare queste operazioni costose e dannose per l’economia non ha portato benefici agli imprenditori, bensì danni e preoccupazioni. L’uso delle risorse pubbliche dovrebbe essere fatto con cautela e attenta riflessione, soprattutto se si tratta di provvedimenti di dubbia legittimità che vede incrociare il gioco di stato con le misure di regolamentazione fiscale. «Tutti quei fondi potevano essere destinati alle famiglie bisognose, contribuendo ad evitare le lunghe file presso le associazioni di solidarietà per avere un pasto caldo – ha aggiunto Ruccolo – Sono persone che, a causa della pandemia, hanno perso il lavoro e non hanno altre risorse. Pertanto, invece della lotteria degli scontrini, potevano essere erogati sostegni economici che avrebbero permesso di fare davvero la spesa».