L’AQUILA- Fino ad oggi i maestri di sci non hanno potuto “praticare” la montagna causa delle restrizioni legate alla “giungla” dei DPCM che si sono susseguiti nel corso del tempo. In Abruzzo questo problema ha colpito moltissimi addetti ai lavori. Tuttavia qualcosa si sta muovendo. Grazie alla segnalazione del problema da parte del Consigliere regionale Simone Angelosante, il gruppo dei maestri è riuscito ad interessare il Presidente della Regione Marco Marsilio ottenendo un’audizione per il prossimo lunedì in videoconferenza.
La lettera che segue è stata inviata alla nostra redazione con l’obiettivo di sfogare rabbie e frustrazioni e di far chiarezza su un punto assai delicato.
“Nel dpcm di dicembre (?) grazie all’intervento della FISI (che si allineava alle altre Federazioni Sportive affiliate al CONI) venivano autorizzati gli allenamenti sugli sci per gli -atleti di interesse nazionale-. Il tutto seguendo un preciso protocollo contenuto in alcune circolari del Presidente FISI Flavio Roda (gli atleti dovevano essere convocati dal proprio sci club ed essere guidati in pista da Allenatori Federali aggiornati). Per inciso un Allenatore Federale è un maestro di sci che ha fatto un corso di specializzazione presso la FISI.
Il mondo dello sci, avendo rivendicato quindi a gran voce il diritto degli agonisti a non interrompere i loro allenamenti, aveva ottenuto inoltre di estendere l’accezione del concetto di “atleta di interesse nazionale” anche alle categorie di baby e cuccioli, proprio per non interrompere sul nascere un processo di apprendimento e di affezione nei confronti di questo sport. La stessa cosa è avvenuta per il circuito Master che, al contrario dei bambini, non può certamente essere considerato un serbatoio di promesse azzurre da coltivare in vista delle prossime olimpiadi invernali…
Al contrario i Maestri di Sci (professionisti iscritti ad un Albo Regionale) sono rimasti fermi al palo in attesa dei ristori economici da parte del Governo, senza alcuna preoccupazione di cosa stesse avvenendo sotto il profilo della cura delle competenze della propria abilità tecnica.
Un gruppo di maestri di sci raccolto attorno ad un messaggio postato sui social da Fabiola Bartolucci (iscritta al Collegio Regionale Maestri di Sci Abruzzo, al quale già si era rivolta più volte segnalando il problema) si è riconosciuto in questa protesta (diciamo… romantica), chiedendosi cosa accadrà alla loro figura professionale senza esercitarsi sul campo per più di un anno. Inevitabilmente saranno fuori dal mercato del lavoro perché avranno accumulato un gap che sarà difficile da colmare nei confronti dei loro colleghi in possesso del brevetto di allenatore della STF.
Si è venuto a creare un movimento spontaneo che ha raccolto attorno a questa problematica maestri di sci iscritti a diversi collegi italiani: Abruzzo, Lombardia, Piemonte, Trentino, Emilia Romagna, Molise. Tutti i maestri si sono impegnati ad inoltrare ai propri organi collegiali una lettera tipo identica.
Tutto questo per chiedere la modifica dei protocolli riguardanti gli allenamenti durante il periodo di restrizione (che dipende, naturalmente, dal Governo) affinché un Maestro di Sci in possesso di Tessera Fisi possa essere equiparato ad un Atleta di interesse nazionale perché, il mantenimento della propria abilità professionale, è necessario a tutta la filiera agonistica in quanto il primo approccio con la neve – i futuri atleti – l’hanno proprio con i Maestri di Sci.
In ogni caso, lungi dal voler rimarcare una contrapposizione dolorosa all’interno di una stessa classe di professionisti, si chiede con insistenza all’ASAMS e al Collegio Regionale di condurre i futuri tavoli di lavoro andando oltre l’aspetto meramente congiunturale dei ristori in quanto ciò che si rischia è l’autoeliminazione di una grande massa di elementi dal proprio mondo del lavoro attuando una selezione (in termini darwiniani) che tanto naturale non è”.