AVEZZANO – Il percorso accademico della Dott.ssa Camilla Mendola ha avuto il privilegio di svilupparsi con il “tutoraggio” del prof. Sandro Valletta, docente in Diritto delle Migrazioni. Da più di tre anni abbiamo visto gli autori “sintonizzarsi”, per affrontare dinamiche sociali di ampio respiro, ultima nel 2017 quella su “le condizioni dei minori nei centri di accoglienza in Italia”. La prima ha avuto l’onore di continuare a collaborare con il docente pubblicando, sotto la sua egida, il suo secondo libro dal titolo “La violenza sulle donne nella società islamica”, dove si evidenziano le condizioni, il più delle volte disastrose, di donne vittime di violenza, di ogni natura, con particolare riguardo a quelle nella società islamica. Nell’opera viene analizzata la figura femminile, sin dall’antica Grecia per arrivare ai tempi odierni, evidenziando la sua posizione, ahimè, “sempre un passo indietro all’uomo”, con particolare riguardo allo sfruttamento della prostituzione della donna immigrata. In essa, curate dal Prof. Valletta, vi sono riportate numerose testimonianze, carpite “on the road” agli esseri umani, vittime di questo turpe “delitto”. Una disamina più approfondita delle molestie, dei comportamenti persecutori, delle minacce e della violenza, a partire da quella fisica e psicologica, a quella economica e spirituale, è stata condotta dalla Dott.ssa Mendola, contemporaneamente all’illustrazione delle misure più idonee per prevenire e combattere l’insorgenza e l’attuazione di tali comportamenti malvagi, lesivi della libertà delle donne, fino alla configurazione di veri e propri reati.Vista l’attualità del tema trattato e, in particolare, visto che il libro sta facendo molto discutere, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con gli autori, incominciando dalla giovane scrittrice.
Com’è stato per una giovane donna affrontare queste tematiche?
Sono grata per l’opportunità che questa intervista mi offre per poter esprimere, con maggiore vigore, quanto già condiviso con il professore. Non nascondo di aver provato grande sofferenza nel sentire così tanti racconti raccapriccianti di violenza e discriminazione. Proprio per questo, è nata in me la volontà di aiutare, scrivendo e pubblicando ciò che ognuno di noi, collaborando con lo Stato, attraverso le istituzioni preposte e interessate a tale problematica, può concretamente fare per vincere questa forma di crudeltà.
Trova che le vittime di violenza siano facilmente disponibili a raccontare e a chiedere aiuto?
Assolutamente no, per tutte le vittime di violenza sono sicura che la paura di ritorsioni sia molto grande. Spesso è stato difficile anche incontrarle e far capire che ero dalla loro parte e che avrei potuto realmente aiutarle. Per fortuna ha prevalso il “feeling” ancestrale che unisce tutte le donne!
Cosa spera di ottenere con la pubblicazione di questo libro?
Che sia letto da più persone, anzi da più donne possibile (ride)! Spero, inoltre, che le cose migliorino, anche con la pubblicazione di un terzo libro…ops, potrei avervi appena rivelato un piccolo segreto! Scherzi a parte, non solo consiglio questo libro a chi dedica con passione parte del tempo lavorativo o di volontariato a questo mondo di silenzi, di lacrime e di speranza, ma spero che sia consultato da coloro che, purtroppo, sono state vittima di violenza ma, soprattutto, mi piacerebbe fosse fonte di riflessione per chi l’ha perpetrata. A tutte le donne che hanno subito violenza, ripeto, e non smetterò mai di farlo, di non avere paura di chiedere aiuto. Certo, non dimentichiamo che questo libro ha il coraggio di portare un messaggio di ecumenica speranza a tutte le vittime, nonostante le polemiche che sta suscitando.
Professore, perché la violenza sulle donne nella società islamica?
La sharia e il corano considerano le donne inferiori, ma le peggiori sono le “infedeli” cristiane, per cui gli estremisti ignoranti dei precetti di pace del Corano si sentono, a torto, autorizzati a comportarsi in modo che le giovani bianche vengano stuprate, le anziane picchiate e le bambine di tre anni violentate. In un momento storico in cui la violenza sulle donne è un mantra, uno stereotipo, forse anche una corrente di pensiero, si nota, allo stesso tempo, un immenso vuoto circa la materia. C’è un tipo di violenza sulle donne, infatti, del quale le cronache non si occupano, per il quale non si organizzano manifestazioni: è il genere di violenza che sono costrette a subire le donne in Medio Oriente e che l’immigrazione ha importato anche nell’Occidente. Le donne, in quanto tali, sono considerate inferiorie sono trattate così, senza troppi mezzi termini.
Quindi non solo le donne islamiche subiscono questi soprusi?
Assolutamente no! Ci sono le non musulmane, le “infedeli”, le cristiane, alle quali il disprezzo islamico è rivolto in particolare. È la donna non musulmana l’oggetto preferito dell’estremismo islamico. Le donne cristiane sono tra le più violate al mondo, forse in una maniera che non ha precedenti. Si certifica la media di sei donne stuprate ogni giorno, solo perché cristiane. La legge islamica è nota per la sua severità e dà agli uomini il diritto, l’autorità di picchiare le donne. Nell’immaginario islamico la donna è paragonata ad un oggetto; essa è in sé motivo di disturbo per gli uomini, li distrae dalla preghiera; occorrono due donne per una testimonianza che possa avere la stessa valenza di quella di un uomo, perché una, da sola, non basta. Colei che disobbedisce va punita e percossa. Sono tanti i versetti del Corano, come il 4:24, che incoraggiano e giustificano l’asservimento sessuale delle donne non musulmane nel contesto della jihad. Le donne non musulmane sono subumane, che le organizzazione jihadiste, dall’Isis a Boko Haram, vendono, comprano, stuprano, mutilano, spellano e bruciano
Quale il suo auspicio?
Noto, con piacere, che la donna comincia a prendere coscienza della sua identità e sta diventando soggetto sempre più alla pari con l’uomo. Ciò la porta ad essere una risorsa indispensabile per lo sviluppo, sotto tutti i punti di vista. Si sono, e si stanno limando le differenze esistenti anche se, ad oggi, sono ancora molti i settori in cui si evidenzia una certa disparità. Tenendo presente, però, che il cambiamento porta con sé aspetti positivi e negativi, il mio auspicio è che, presto, venga esaudita la richiesta di rispetto ed uguaglianza, da parte della donna, affinché in tutto il mondo cessino le vessazioni fisiche e morali, nei suoi confronti. E’, così, quindi, che solo allora troveremo una via d’uscita a tutta la dolorosa situazione e l’altra metà del cielo potrà veramente, e finalmente, costruirsi e scrivere la propria Storia.