ABRUZZO – Barkyn, azienda specializzata nel benessere alimentare per cani, compara le restrizioni imposte dalla pandemia alla vita in gabbia a cui sono costretti migliaia di cani nel mondo. Il fatto di aver vissuto in isolamento, senza relazioni sociali e costretti dalla pandemia tra le mura domestiche rappresenta una situazione unica che si presta a farci comprendere l’impatto delle restrizioni fisiche subite dai nostri amici a quattro zampe. Maltrattamenti e pratiche cosiddette ‘sportive’, sfociano spesso nell’abbandono: secondo l’associazione LAV, soltanto in Italia sono circa 50.000 i cani abbandonati ogni anno, di cui il 30% alla fine della stagione venatoria.
La vita in una gabbia è una condanna alla solitudine. Riguardo a questo argomento, la Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals ha stimato che i cani trascorrono in media fino a mezz’ora abbaiando dopo che il loro proprietario li ha lasciati soli, ma per far luce su questa condizione, abbiamo interpellato Barbara Ancede, medica veterinaria di Barkyn.
Un cane come percepisce la solitudine?
“Dipende da ogni cane e dalle condizioni generali, ma le cinque libertà del benessere degli animali dovrebbero essere soddisfatte in ogni momento, anche quelli di solitudine: libertà dalla fame o dalla sete, libertà dal disagio, libertà da dolore, lesioni o malattie, libertà di esprimere un normale comportamento, libertà dalla paura e dall’angoscia. Sappiamo che il cane può provare solitudine. Alcuni cani soffrono gravi casi di ansia da separazione, altri smettono di mangiare e giocare quando sono separati dalla loro famiglia, anche se hanno la compagnia di altre persone o animali. Così come per gli esseri umani, è diverso sentirsi soli perché il proprio padrone si è assentato temporaneamente oppure se n’è andato per sempre. Ad ogni modo, alcuni cani pensano che ogni volta che il proprio padrone se ne va, potrebbe non tornare più.
E’ giusto lasciarlo solo per delle ore?
“Alcuni cani provano grande stress e paura quando vengono lasciati soli, in tal caso può essere necessario il supporto di uno specialista in comportamento animale. Altri possono rimanere calmi anche per delle ore, purché le libertà già descritte vengano rispettate. Cruciale la condizione che il cane abbia sempre a disposizione dell’acqua, un luogo sicuro dove possa rilassarsi e che in base all’ambiente in cui si trova abbia la possibilità di evacuare almeno ogni sei ore”.