AVEZZANO – Pubblichiamo la lettera inviataci dal Segretario Generale della UIL Scuola Pino Turi in risposta alla lettera di ieri del Prof. Salvatore Braghini:
“Gentile Direttore Patrelli,
ho letto con attenzione le lettera del prof. Salvatore Braghini, on line sull’edizione di ieri del quotidiano, nel testo indirizzata a me.
Certamente il momento di tensione, rabbia e confusione, non aiuta l’analisi obiettiva specie se si sceglie di prendere a riferimento il solito stereotipo del sindacalista in esonero.
E’ certo vero, da anni svolgo un altro mestiere che non mi impedisce però di sapere cosa sia la mission di un docente: quella di fare lezione in presenza e guidare i propri alunni ed alunne sul sentiero della vita.
Un lavoro che non può che essere in presenza come del resto rivendicano gli studenti stessi che stanno protestando per tornare a scuola, per interagire con i loro compagni e con il loro docenti che solo possono toccare il loro cuore acquisire la loro fiducia e indurli a diventare cittadini consapevoli, un lavoro impossibile da raggiungere attraverso l’occhio di una telecamera che, a nostro parere, deve servire solo per ragioni di emergenza.
Questa pandemia ci ha costretto in una didattica a distanza che è un pallido surrogato della didattica in presenza. Un modo per non abbandonare gli alunni e stargli vicino.
Una circostanza obbligata che richiede si più sacrifici e più lavoro, ma che deve trovare una sua dimensione e una regolamentazione, nell’ambito del fare scuola.
E’ una delle ragioni che ci hanno spinto a contestare l’accordo sulla Didattica integrata. Un modo di fare scuola molto diverso da quello dell’emergenza di marzo.
Un sistema che sta creando difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti.
Per la UIL Scuola bisogna tornare alla didattica in presenza per evitare di confondere gli strumenti (digitalizzazione) con i fini (tornare a fare vera scuola).
Chi deve farlo è il governo di questo paese che lo dice, e non fa nulla per realizzarlo.
Ovviamente in questo quadro manca la politica e la responsabilità di una situazione che non può certo essere addebitata al sindacato qualunque esso sia: se fosse facile cambiare la realtà come cambiare sindacato avremmo trovato la ricetta del paese del Bengodi.
Una politica, quella del Ministero, che per nascondere le proprie inefficienze si lascia andare alla narrazione che consiste nel presentare continuamente scenari diversi e proposte che facciano parlare d’altro, magari provocando divisioni e polemiche.
In questo quadro chi fa per mestiere il sindacalista, e deve rappresentare l’intera comunità educante, non può sottrarsi alle sfide che sono lanciate a giorni alterni.
Che cosa facciamo? Diamo voce al personale, tutto. Come lo facciamo? Chiedendo serietà di proposte, non idee estemporanee. Lo facciamo rilanciando la disponibilità a discutere ad un tavolo negoziale, di concertazione e chiedendo con quali risorse, umane e materiali, renderle concrete.
Il professor Braghini, che è Avvocato esperto di diritto scolastico, sa che le proposte vanno discusse ai tavoli di confronto e non solo sui giornali.
La UIL Scuola, attraverso il suo Segretario Generale non ha mai fatto mancare la propria disponibilità e volontà di discutere ogni proposta possibile, sempre che ci fosse un programma ed un progetto che non si è mai visto. Quelle che arrivano, purtroppo dal ministero, erano e restano solo movimenti di distrazione di massa.
Nella fattispecie, la mia posizione, peraltro sempre la stessa da diversi mesi è sintetizzabile in questa maniera: servono provvedimenti eccezionali per fare fronte a situazioni eccezionali.
L’idea che vogliamo rendere centrale, in questo momento di preoccupazione e confusione, è che l’obiettivo primario della scuola in presenza, non è raggiunto per tutti.
Mancano i docenti e i precari lievitano senza alcune prospettiva di stabilizzazione e di conseguenza di continuità di servizio.
Servono presidi sanitari che consentano oltre all’apertura anche la continuità didattica che sta mancando, depotenziando l’intero sistema scolastico.
La scuola dell’infanzia, la primaria e la secondaria di primo grado, eccetto alcune eccezioni regionali, sono in classe da settembre, anche a rischio della salute e stanno svolgendo il loro lavoro secondo gli impegni di servizio contrattuali. In questa prospettiva, abbiamo sostenuto la (ri) modulazione del calendario scolastico, specie nel momento in cui si doveva decidere la riapertura delle scuole a dicembre o a gennaio.
Mai pensando di dovere andare oltre il contratto nazionale di lavoro, che stabilisce diritti ed obblighi.
Una compensazione delle lezioni e non un prolungamento, per consentire gli interventi necessari.
Disponibilità espressa anche per evitare possibili strumentalizzazioni dal ministero che non manca mai di sottolineare – lo avrà notato – la scarsa propensione degli insegnanti al cambiamento e alla solidarietà. Niente di più falso.
Mentre noi parliamo di contratto, il Governo e il ministro dell’Istruzione, ricordano continuamente che non ci sono risorse. Non ci sono risorse da investire nel contratto del personale. Per questo serve il sindcalista. Per questo serve che qualcuno faccia questo lavoro, a tempo pieno, per la rappresentanza generale della categoria. Non per sé.
Mi permetta di osservare a margine che, se non ci fossero reciproche e vecchie ruggini, peraltro, legittime, lo stesso Braghini avrebbe potuto approfondire le vere intenzioni della UIL Scuola, magari scrivendomi direttamente e non tramite la sua gentile intermediazione a cui sono costretto a chiedere, a mia volta, gentile disponibilità.
Spero che questi temi possano essere oggetto di una riflessione ampia sul tema della scuola. La sfida di un’istruzione di qualità è questione che coinvolge tutti.
Mi auguro che la pluralità dei punti di vista possa essere ospitata nelle pagine del giornale che Lei dirige.
La risposta è dovuta, non solo per il prof. Braghini, ma per completezza di informazione e per quanti stanno lavorando, in prima linea, per far funzionare le scuole ogni giorno.
La ringrazio anticipatamente
e resto a disposizione per ogni ulteriore approfondimento“.