AVEZZANO – Aumenta l’abusivismo nel settore dell’estetica e dell’acconciatura: contro le regole e contro la salute. La Confesercenti Avezzano – Marsica, a seguito delle numerose segnalazioni dei propri associati, si trova oggi a dover assumere una posizione severa nei confronti del lavoro nero abusivo.
In un momento storico come questo risulta assolutamente inaccettabile che si possa continuare a fare affidamento su persone che non rispettano minimamente i protocolli di sicurezza già in condizioni normali, ancor più in una situazione di emergenza sanitaria come questa. Sebbene le estetiste abbiano infatti dovuto adeguare con presidi costosi le loro attività lavorative, da sempre comunque sottoposte a rigide normative igienico – sanitarie, al momento non sono state comunque considerate fra le attività aperte, indice questo, secondo il comitato tecnico scientifico, di un rischio elevato per la salute del cliente e dell’operatore.
La categoria si adeguata al decreto e con senso di responsabilità ha accettato di abbassare per la seconda volta in un anno le serrande dei vari istituti, ma in questo particolare momento nel quale si paventa l’ipotesi di un prolungarsi ulteriore delle restrizioni della zona rossa diventa insostenibile accettare “al danno la beffa”. Lavoratrici a nero che pubblicano e pubblicizzano i loro lavori sui social, clienti che avvisano con candore che si sono rivolte “all’estetista a casa della mia amica perché lei me le fa”, danno economico elevatissimo e che non si riuscirà di certo ad ammortizzare, soprattutto considerato il periodo pre festivo da sempre considerato un punto fermo importante per ogni attività commerciale (immaginarsi il mondo del benessere e della cura alla persona): a fronte di tutto ciò, quindi, la categoria delle estetiste, delle onicotecniche e dei tatuatori dice:STOP!#IONONCISTO!
A tal proposito si è espressa Arianna Pulsoni, vicepresidente di Confesercenti Avezzano – Marsica e coordinatore regionale del comparto estetico: “La nostra categoria è stanca: quello che sta per finire è stato un anno durissimo per tutti e numerosissime attività sono in affanno, lo stato ha fatto scelte francamente discutibili sulla scelta dei codici Ateco da inserire nelle restrizioni e questo perché è mancato un vero e attivo confronto con le varie associazioni di categoria che avrebbero potuto dare il loro contributo in termini di collaborazione ed esperienza.
Se il governo sperava di diminuire il IONONrischio per l’utente finale chiudendo le nostre attività ha preso un grandissimo abbaglio: non solo ha messo in ginocchio un settore ma ha favorito il lavoro sommerso fatto di persone che non possono certo garantire alla cliente l’igiene e l’attenzione che vigono in un centro estetico regolare. Non ci sono dati di contagio presso i saloni di bellezza e dai dati degli ultimi anni è chiarissimo che i beni alla persona siano un settore importantissimo per i clienti. Se non è possibile riconsiderare le riaperture dei nostri istituti, per lo meno lo stato dovrebbe avere una duplice accortezza: ristorare immediatamente le attività chiuse, considerando per altro tutti gli interventi fiscali del caso, e soprattutto attivare fattivamente, UNA VOLTA PER TUTTE, delle azioni rapide ed immediate a seguito delle segnalazioni di lavoratori abusivi, con relative sanzione salatissime. Finché si sentirà più tutelato un abusivo rispetto ad un lavoratore regolare, è ovvio che lo stato dovrà farsi qualche domanda.”