ABRUZZO – Ha conquistato tutti il progetto Blanket Refitting dell’ITS Moda Pescara, la scuola post diploma di alta specializzazione tecnologica presieduta da Giovanni Di Michele, aggiudicandosi il primo premio assoluto nella giornata nazionale dell’ITS 4.0 DAY. L’evento, organizzato dal Ministero dell’Istruzione e dall’Università Cà Foscari di Venezia, ha visto la partecipazione di 42 Istituti Tecnici Superiori con progetti relativi all’uso innovativo delle nuove tecnologie con un particolare obbiettivo: la sostenibilità.
Tutti temi di strettissima attualità e che la scuola di moda pescarese ha sunto nel progetto “Blanket Refitting”. “Un’approccio sostenibile all’over-produzione della moda, lavorando su scarti primari per stimolare un’economia circolare partendo dalle coperte dello storico lanificio “Merlino” di Taranta Peligna – racconta entusiasta Silvia Scioli, studentessa dell’ITS Moda. Si pensa al re-thinking, re-fitting e re-start aziendale, immettendo nuove energie e nuove tecnologie”. “Tutto questo è stato possibile grazie alla grande passione degli eredi Merlino, dichiarano entusiaste le docenti Luciana Mastrolonardo e Tiziana Musa, coordinatrici del progetto – e alla Bond Factory, Azienda sperimentale e innovativa del settore moda, esperta e innovatrice per l’uso di nuove tecnologie e attenta alla sostenibilità.”
Col metodo del design thinking le giovani ragazze coinvolte hanno sviluppato l’idea del target di riferimento: la sposa, attenta alla tradizione. Dopo il lockdown inflitto dal Covid-19 il gruppo di studio e lavoro si è recato nella storica fabbrica della Majella, “in un viaggio a ritroso nel tempo” raccontano le altre ragazze coinvolte nel progetto: Elisa Migliaccio, Angelita Pagliaro, Debora Spagnoli, Maria Aulicino, Morena Illica Magrini, Tatiana Pisareva e Silvia Scioli. Poi abbiamo lavorato manualmente per restituire valore agli scarti di tessuto, in un progetto che è solo all’inizio…”. E, dopo attenti studi sui tessuti, sulle tecniche “storiche” di realizzazione e sull’utilizzo di nuove tecnologie su questi veri pezzi d’arte e di storia sono nati i primi prototipi altamente sostenibili: innestano ritagli di tessuto ad impreziosire abiti come gioielli, avvolgono il corpo piegati, senza ritagli, ispirano nuove idee come borse, e “portamascherina”, piegano le coperte senza tagliarle, per un uso misto, scaldano la sposa d’Inverno, valorizzano gli scarti, tutti preziosi. È questa è la novità, l’uso della dote tradizionale per farne capi d’alta moda ma mantenendone le sue caratteristiche originali.
“Da i prototipi ne è nato l’abito nuziale invernale, interamente realizzato e rivestito in 100% coperta Merlino, racconta Davide Di Giovanni – tutor del percorso – gonna realizzata utilizzando una coperta senza nessun taglio, in vita sul davanti le ragazze hanno sagomato la vita creando uno sfondo piega con orlo termosaldato con un nastro in tinta in modo da evitare sfilacciature e soprattutto per avete una rifinitura interna preziosa. Il corpino è stato realizzato utilizzando una base già esistente (l’atelier di Carolina Di Giacomo che sarebbe rimasto inutilizzato purtroppo dopo la sua scomparsa) e i fianchetti del corpino sono stati foderati con il tessuto grigio Angeli raccolto nei sacchi degli scarti di produzione; sul retro è stato costruito un fiocco sempre con il tessuto grigio doppiato con una seta panna.” La diretta nazionale si è svolta dalla Sala de “La Figlia di Iorio”, grazie all’ospitalità del presidente della Provincia di Pescara, Antonio Zaffiri, dove troneggia l’omonima tela di Michetti: a motivo di ciò è stato confezionato l’abito ispirato alla giovane Mila, realizzando un mantello con tecnica moulage e con termosaldatura interne che hanno permesso di creare una forma perfetta. Per impreziosirlo è stato scelto l’amorino, un gioiello tipico della tradizione orafa abruzzese, riprodotto in stampa 3D.
“Tra gli altri capi proposti alla commissione valutativa anche un poncho – coperta dai contrasti eclettici che può essere smontata e tornare alla sua funzione d’origine: una morbidissima coperta nowaste, senza ritagli e senza sprechi di tessuto – conclude la docente e modellista Tiziana Musa – e una gonna impunturata con fili di lana a mano, nata da in un morbidissimo tulle con imbottitura di bamboo e lino, mischiate a degli sfridi che erano stati accumulati in dei sacchi pronti ad essere gettati dal lanificio abruzzese”.
“Siamo già a lavoro per dare seguito a questo progetto – chiosa il coordinatore ITS Moda Pescara, Gaetano Grima – che ha avuto luce, nonostante le difficoltà inflitte dalla pandemia, grazie alla determinazione delle docenti coinvolte e all’entusiasmo e grinta delle studentesse, vera forza del nostro istituto post-diploma” .