ABRUZZO- Sono 625 i nuovi casi di oggi, su 3951 tamponi effettuati, per un tasso di positività del 16% circa. 6 le persone decedute. Sono numeri che spaventano e sui cui aleggia la preoccupazione che, forse, non siano completi. Se prendiamo in considerazione la ASL 1, infatti, notiamo che la struttura ospedaliera è nel caos: il pronto soccorso è in impasse; i posti letto nei reparti sono finiti; il personale, già sottodimensionato, è ulteriormente ridotto a causa dei numerosi casi di positività tra medici, infermieri e operatori socio sanitari; il sistema dei tracciamenti è completamente saltato, per cui, è probabile che i numeri comunicati non siano reali, ma di molto sottostimati. Il fatto è che quei numeri sono persone; persone, spesso, troppo spesso, lasciate ad inseguire una voce che dovrebbe rispondere ad un numero verde, persone in attesa di essere inserite negli elenchi della ASL e di essere messe in lista per il tampone. Persone che hanno diritto alla salute, ad essere seguite ed ascoltate. In tutto questo marasma, il Sindaco di Avezzano ha convocato il “parlamentino dei sindaci marsicani” per mettere in atto strategie comuni per affrontare l’emergenza; era stata invitata anche la ASL 1, nella persona del manager Roberto Testa: assente. Ingiustificato! Marco Marsilio nei giorni scorsi, in visita all’Ospedale civile di Avezzano, si era affidato al Padre Eterno: sembra vada di moda, ai giorni nostri, invocare “i piani alti” come alibi alle omissioni da parte di chi avrebbe precise competenze e responsabilità di Governo. E se il Padre Eterno è troppo occupato in questo momento, un nuovo provvedimento governativo potrebbe supplire alle mancanze di chi avrebbe dovuto agire in precedenza. Purtroppo, però, il rischio è che si vada nella direzione più dolorosa per tutti, soprattutto per le attività economiche: sembra, infatti, come si evincerebbe da un articolo del Corriere.it , che l’Abruzzo da domani sarà inserito in fascia arancione, cioè starà tra quelle regioni “caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto”.
Le misure restrittive per le zone arancioni prevedono:
- spostamenti: c’è il divieto di ingresso e di uscita, salvo che per “comprovate esigenze” di lavoro, salute e urgenza. Sono vietati gli spostamenti tra Comuni – con mezzi di trasporto pubblici o privati- a meno di “comprovate esigenze” da dichiarare tramite autocertificazione;
- sport: si può fare attività motoria o sportiva all’interno del proprio comune e all’aperto;
- bar, ristoranti, pub, gelaterie, pasticcerie: sono chiusi. Rimangono aperte mense e catering. Consentita la ristorazione con consegna a domicilio e, fino alle 22, l’asporto (con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze).
Le restrizioni restano in vigore per almeno 15 giorni.
Questo è lo scenario che potremmo trovare domani al nostro risveglio e per molti sarà un film dell’orrore, in cui i peggiori incubi prenderanno forma.
Rimandiamo a dopo l’investigazione delle colpe: ora si deve combattere.
Ma il redde rationem è solo rimandato.