AVEZZANO – I nostri territori vivono, a causa dell’emergenza pandemica provocata dal Covid-19, un momento di grande difficoltà con la sanità regionale ormai al collasso. Non fa eccezione il presidio ospedaliero dei SS. Nicola e Filippo di Avezzano che accusa una situazione drammatica, in modo particolare il reparto di pronto soccorso ma, notizia ormai quasi certa, anche altri reparti sono in serio pericolo, come quello di medicina generale e quello di geriatria che registrano casi di positività del personale con una alta possibilità di contaminare i pazienti ricoverati.
“Siamo seriamente preoccupati di questa allarmante situazione – dichiara il consigliere provinciale, Gianluca Alfonsi -, ed è per questo motivo che la politica ora deve ritrovare unità d’intenti per fronteggiare al meglio l’emergenza, cercare le soluzioni più adeguate e le risorse che il territorio è in grado di offrire. Per questo motivo, chiedo al governatore della Regione Abruzzo, Marco Marsilio e al manager della ASL 1, Roberto Testa, l’opportunità di valutare l’utilizzo del Presidio “Serafino Rinaldi” di Pescina, che ha la disponibilità immediata di circa 35 posti e sale operatorie (per la realizzazione delle quali si sono fatti rilevanti investimenti), per ospitare i degenti di geriatria dell’ospedale di Avezzano, decongestionando in tal modo il nosocomio marsicano e garantendo, nel contempo, principalmente la salute dei pazienti al riparo da contagi da Coronavirus, nosocomio adeguato per accogliere lungodegenti, essendo questa la vocazione della struttura prima della scellerata riorganizzazione del sistema sanitario. Allo stesso modo deve essere salvaguardato e potenziato il PPi, h24 (i punti di intervento, ovvero il pronto soccorso), che decongestionerebbe l’unità di Avezzano, oggi al collasso, e servire tutta la popolazione della Marsica orientale e occidentale, anche in considerazione della complessa viabilità per l’approssimarsi della stagione invernale. Ribadisco che in questo momento così’ delicato in cui le aree fragili diventano ancor più fragili – e la aree interne in cui la popolazione e’ prevalentemente composta da persone anziane sono certamente tra queste – c’è bisogno di una sensibilità e, se vogliamo, di un coraggio maggiore che, in passato, sono mancati. Questa epidemia ci impone di riflettere e ripensare con urgenza la sanità potenziando o implementando i servizi territoriali che sono fondamentali per la sopravvivenza delle aree montane, in linea con quanto sostenuto di recente dal consigliere regionale Mario Quaglieri e l’assessore regionale, Guido Liris, evitandone lo spopolamento ormai in atto. Le aree interne non chiedono miracoli ma solo buon senso mettendo a sistema, utilizzandolo, l’esistente che vanta strutture e personale medico e paramedico di assoluto valore cui va espressa gratitudine e riconoscenza”.