AVEZZANO – Il primo consiglio comunale dell’amministrazione Di Pangrazio si è svolto all’interno del castello Orsini, per garantire il distanziamento e il rispetto delle regole anti Covid.
Al consigliere Stefano Lanciotti è stato assegnato il compito iniziale di presiedere la seduta, risultato assente Alfredo Mascigrande. Giustificata l’assenza della consigliera Iride Cosimati.
Al primo turno, con voto segreto, i consiglieri hanno eletto Presidente del Consiglio Fabrizio Ridolfi, con 20 schede a favore e 3 schede bianche. Il neo presidente, dopo la sua dichiarazione ha condotto i lavori. “Vivo con emozione la grande responsabilità che mi è stata appena affidata. Quella di presidente del consiglio comunale è un incarico prestigioso che mi onora e mi gratifica, che assumo con grande entusiasmo, rispetto e con lo spirito di servizio che ha sempre contraddistinto la mia vita personale, politica e professionale. La mia precedente, breve esperienza di assessore mi ha permesso di capire che in politica la fase dell’ascolto, del confronto, della ricerca della condivisione non può e non deve essere mai ignorata, ma piuttosto da preferire e perseguire perché insieme possiamo raggiungere risultati rilevanti che consentono alla comunità di crescere veramente e svilupparsi su basi solide. Cercherò con tutte le mie forze di essere l’organo di raccordo tra il consiglio e la Giunta, soprattutto non deludere le aspettative dei cittadini.”
Il sindaco Gianni Di Pangrazio ha poi fatto giuramento di osservare lealmente la Costituzione Italiana. Con approvazione della maggioranza si è passati alla nomina del vice presidente Cristian Carpineta e Filomeno Babbo, della commissione elettorale costituita da Alessandro Pierleoni, Ernesto Fracassi, dei supplenti Alessandra Cerone, Lorenza Panei e Maria Antonietta Dominici.
Sin dall’apertura dei lavori si è preannunciata una seduta particolare, non priva di polemica. Dopo la comunicazione di Anna Maria Taccone sulle possibili condizioni di incompatibilità tra la carica di consigliera comunale e alcuni incarichi professionali attualmente assunti, approfondimenti che devono essere compiuti entro 10 giorni come a norma di legge, l’intervento di Mario Babbo ha scosso gli animi della maggioranza.
Il candidato sindaco della tornata elettorale delle amministrative 2020 ha esternato, in prima battuta, il proprio disappunto sulla mancata parola d’onore del Sindaco Di Pangrazio, vale a dire la promessa di ottenere la nomina di presidente del consiglio qualora avesse dato sostegno, con il proprio gruppo, all’esito del ballottaggio. “Il nostro programma era di dare stabilità a questa città. Lo abbiamo fatto in tutti i modi, se pur con una manciata di voti, lo 0,8%, non siamo riusciti, con la mia coalizione “Vince chi cambia”, ad andare al ballottaggio. Con tanta responsabilità abbiamo deciso in quella fase di appoggiare quella che ritenevamo essere quella parte moderata, contro una ideologia per noi troppo lontana. Quindi abbiamo deciso, in virtù di un accordo politico programmatico, sottoscritto con Gianni Di Pangrazio, che prevedeva la condivisione di molti punti del nostro programma. Semplicemente volevamo essere un valore aggiunto. Tra le cose dette c’era la necessità di far cadere un veto rispetto una parte della mia coalizione che io ho inteso necessariamente difendere. Caro Sindaco, lei ha sottoscritto un accordo sul suo onore, c’ha messo una firma e oggi ha deciso di comportarsi come il principale protagonista di Collodi. Lei ci ha scacciato. Noi di fronte a chi ha calpestato il proprio onore, riteniamo difendere la nostra dignità con chi legittimamente siede tra i banchi dell’opposizione.”
Ha poi posto in evidenza l’ipotesi di incompatibilità a carico del sindaco Di Pangrazio, riconducibile all’articolo 63 del Decreto Legislativo nel Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, portando alla memoria dei presenti una lite pendente facente parte di un procedimento dove il Cam, con un atto di citazione, chiamava in causa anche il neo sindaco.
Immediato a seguire la replica di Roberto Verdecchia. ”Dobbiamo confrontarci con la città. Intervengo dal punto di vista politico. Si fanno gli accordi. Ci sono persone che sono leali da subito come Antonio Del Boccio che sottoscrive, subito dopo le elezioni, un accordo programmatico scritto ed avallato da tutti i consiglieri eletti. Qualcuno facente parte o di una parte della coalizione del collega Babbo, la domenica sigillava un ulteriore accordo e qualcun altro che, probabilmente arrivato al mercoledì anzi al giovedì dove erano scappati tutti i buoi dalla stalla, decideva di avallare un accordo con pretese assurde che non potevano essere accettate, non tanto dal candidato sindaco ma da tutti i consiglieri legittimamente eletti. Non si tratta di essere Pinocchio perché le favole le sappiamo raccontare tutti”. Ha poi dato chiarimenti in merito alla ipotesi d’incompatibilità del sindaco nella sua carica, comunicando che non sarà il Tribunale di L’Aquila ma la Corte dei Conti a valutare la situazione. “
Si è continuato con un batti e ribatti sulle considerazione di volte in volta espresse.
Ha preso la parola il Sindaco rivolgendosi al consigliere Babbo “Ho provato a far firmare l’impegno preso con te, ma la maggioranza non mi ha dato la disponibilità, probabilmente perché è stato ritenuto che, essendo una coalizione civica, si voleva mantenere questo stato senza l’ingresso di partiti.”
In merito alla questione d’incompatibilità ha inoltre sottolineato il suo ruolo di rappresentante dei sindaci come consiglio di sorveglianza, senza avere nessuna valenza gestionale. Ha ribadito che sarà proprio la Corte dei Conti che vaglierà se ci sono i presupposti di incompatibilità. Tale sorte anche per alcuni sindaci della Marsica.
“Il consiglio comunale è sovrano. La volontà popolare ha scelto Gianni Di Pangrazio sindaco. Questo sindaco ha già sofferto troppo per i giochetti giudiziari.” ha ribattuto con forza il Primo Cittadino di Avezzano chiarendo e puntualizzando molti punti. Proseguendo con veemenza ha poi aggiunto: “Lavoriamo insieme, lavoriamo tutti insieme e diamo rispetto ai morti, ai 300 positivi che stanno a casa e ai 900 che sono in attesa del tampone. Diamo rispetto ai cittadini che hanno bisogno di noi. Andiamo avanti e poi quando sarà a giugno, a luglio faremo quello che vi pare, faremo braccio di ferro, quando sarà finito il massacro, che ci sta dando questo covid, potremo discutere. Aiutatemi, aiutiamoci. Chiedo a tutti di salvare Avezzano e la Marsica. Siamo i rappresentanti del popolo. Bisogna essere puntuali e presenti. Ora dobbiamo dire a tutti i cittadini “Siamo presenti”.”
Il sindaco ha nella prospettiva immediata di istituire una unità di crisi composta da due elementi della maggioranza e della minoranza per una interazione di politica e di visione strategica. Inoltre si sta costituendo un comitato medico di supporto e un comitato tecnico per le attività produttive.
L’emergenza Covid è stato l’argomento imperante, con la necessità e priorità di far fronte alle problematiche incombenti. L’imperativo stare uniti è stato un comune denominatore di tutti gli interventi. La situazione è stata presentata nella sua grave complessità “la città è in pericolo” come è stato detto da uno dei consiglieri. Il lavoro di intervento dell’amministrazione nel continuo rapportarsi con la dirigenza sanitaria, porterà all’ottenimento di notevoli migliorie per i malati.
Attenzione è stata data anche alla problematica dei titolari delle attività, possessori di partita IVA, che devono affrontare l’incubo di una definitiva chiusura. Il Sindaco Gianni ha poi richiesto ai i dirigenti tutti, una attiva partecipazione, perché c’è un obiettivo, la necessità di dare sostegno alla sanità, alle attività e più possibile ai cittadini.