CAPPADOCIA – Si sono svolti mercoledì pomeriggio i tre importanti appuntamenti di presentazione della lista Cappadocia nel Cuore, con candidato sindaco Lorenzo Lorenzin. Con il supporto del sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, i candidati sono stati accolti da una grande folla, non solo nel capoluogo del comune, Cappadocia, ma anche nelle frazioni a Verrecchie e Petrella. Il tempo incerto e la pioggia pomeridiana, infatti, non hanno fermato il popolo che ha voluto ascoltare le idee, le scelte e i pensieri della squadra Lorenzin, pronta ad affrontare la scelta dei cittadini alle urne, domenica 20 e lunedì 21 settembre.
“Nei miei due anni di amministrazione”, esordisce Lorenzin, “abbiamo cercato di prendere in considerazione non solo il territorio di Cappadocia, bensì l’intero territorio delle frazioni e su questa prospettiva continueremo la nostra attività. Abbiamo lavorato, lavoriamo e lavoreremo sul turismo e sugli eventi, ma non trascuriamo i problemi essenziali, come la necessità della farmacia, come la mancanza d’acqua e tutti gli altri punti del nostro programma. Cercheremo un dialogo con il Cam per contrastare i problemi della rete idrica e fognaria. Sulla farmacia, la Regione doveva pubblicare il bando per aprirla. È inutile che vengono qui oggi gli attuali rappresentanti per sostenere l’altra candidata e danno colpa ad esterni, è una loro responsabilità e da quando sono stati eletti, potevano fare qualcosa, invece di venire qui con attacchi banali e qualunquisti”. Conclude, “Sull’onestà possiamo dare lezione a tutti: la mia amministrazione e i miei candidati consiglieri non hanno mai avuto avvisi di garanzia. Non so se tutti i sindaci passati di questo comune possono dire lo stesso”.
“Se mi vedete qui al fianco di Lorenzo, di Silvia e di tutta la squadra”, afferma, Giovagnorio, “è perché ho deciso di supportare chi ha avuto rispetto e ha creduto nell’istituzione amministrativa del comune limitrofo più grande, appunto Tagliacozzo”. Continua, “oggi, nel 2020, in un’Italia che forse non è più l’Italia rinchiusa dentro i confini, con un’identità propria che guarda all’Europa che a sua volta guarda al mondo, è anacronistico fare campanile tra comune e comune. Oggi più che mai dobbiamo essere uniti in una visione politico-amministrativa che possa portare lontano i nostri territori, un futuro in prospettiva che possa donare positività alla nostra realtà”. Conclude, “l’unico consiglio che mi sento di dare è che la squadra è come una famiglia, si può litigare, ma alla fine è necessario mantenere sempre un’unità per il bene di Cappadocia e delle sue frazioni. Un grande in bocca al lupo a questa squadra che mi auguro sarà legittimata a garantire il futuro migliore per Cappadocia”.
Nella frazione di Verrecchie, è la candidata Silvia Federici a prendere la parola: “Non ha alcun senso portare un presidente della Regione se poi non abbiamo rapporti con i comuni vicini”, commenta Federici, “per uscire dall’immobilismo e dall’isolamento che attanaglia il nostro paese, dobbiamo creare una rete di rapporti con i comuni vicini. Per farlo, dobbiamo presentarci con competenza e con progetti. Fare politica non significa tappare le buche, fare politica è avere il coraggio di prendere delle decisioni. Ho un sogno: quello di liberare questo paese dalla malapolitica e per farlo ho bisogno che tutti voi iniziate ad amare il vostro comune e vogliate proteggerlo come fosse casa vostra, perché in questo modo, per le persone che hanno solo interessi personali nell’entrare a casa vostra, non ci sarà più scampo”.
Per Petrella, invece, è intervenuto il candidato Vittorio Rapaccioni: “Sono molto entusiasta di questa esperienza di campagna a Cappadocia, e mi ricorda molto quando mi emozionavo nel mio lavoro nel comune della Capitale, dove ero un punto di riferimento per la soprintendenza ai beni culturali. Con la mia professionalità e la mia esperienza, vorrei dare un importante contributo a questo comune, portare avanti il progetto della nostra squadra e rinvigorire sempre di più il nostro territorio”.
Molto duro, l’attacco di Luigi D’Innocenzo, candidato con Lorenzin a Cappadocia, già con esperienza di consigliere nel comune stesso: “La mia esperienza di rapporto con la Lilli non è stata sicuramente positiva: una persona che voleva agire da sola e dovevo fare delle interrogazioni per farmi rispondere”, commenta, “ricordo bene i lavori di cui lei oggi parla riguardo i due rifugi montani: un progetto che prevedeva una spesa di cinquantamila euro per ciascuna delle strutture, spesa finanziata al 70% dalla regione e al 30% dal comune. Non tutte le voci elencate nel progetto sono state realizzate, alcune solo in parte, tanto che oggi questi rifugi sono sprovvisti di servizi igienico-sanitari e, secondo leggi, sono classificati come bivacco. Così come per le attività culturali e la nota mostra di Manzù per il quale il comune ha dovuto sostenere un costo di cinquemila euro tra risarcimento, danno e parcella dell’avvocato”. Infine, “in passato ho detto sempre no a lavori comunali per aiutare gli amici. Oggi sono qui proprio per combattere questo tipo di politica e contribuire al bene dell’intera comunità.
[su_note note_color=”#FFFF66″ text_color=”#333333″ radius=”3″]COMUNICATO STAMPA[/su_note]