SAN DEMETRIO NE’ VESTINI – Il Comune di San Demetrio Ne’ Vestini, lo scorso mese di agosto, ha sottoscritto l’impegno alla progressiva eliminazione dell’impianto di illuminazione del percorso turistico delle Grotte di Stiffe.
Tale scelta nasce dalla necessità di bloccare lo sviluppo delle specie vegetali, che, negli ultimi anni, sono cresciute in modo incontrollato all’interno della grotta (come da foto pubblicate) e rappresentano una grave forma di degrado ambientale.
All’interno delle grotte non sono generalmente presenti specie vegetali per l’assenza della luce solare, mentre, nelle grotte turistiche possono svilupparsi proprio per la presenza di luce artificiale e per le spore e i semi trasportati dai turisti.
Lo sviluppo di queste specie (Lampenflora) corrode le superfici rocciose, in particolare quelle delle concrezioni quali stalattiti e stalagmiti e pregiudica lo sviluppo delle colonie microbiche autoctone presenti nelle cavità.
Nel caso delle Grotte di Stiffe, lo sviluppo delle specie vegetali ha raggiunto dimensioni considerevoli, tale andamento porterebbe nel corso dei prossimi decenni al danneggiamento irreversibile di un ambiente naturale che si è sviluppato nel corso di milioni di anni.
Il Gruppo speleologico Aquilano, oltre a monitorare negli ultimi due anni l’andamento del fenomeno, è già intervenuto nel 2019 organizzando un corso rivolto alle guide in servizio, corso dedicato ai protocolli per il contenimento delle specie vegetali in grotte turistiche.
L’eliminazione dell’impianto interno di illuminazione, in ogni caso, NON PREGIUDICHERÀ LA POSSIBILITÀ DI VISITA ALLE GROTTE DI STIFFE, in quanto, l’alternativa è quella di dotare i caschi dei visitatori di singole lampade led, così da ridurre drasticamente le emissioni di energia radiante durante la visita.
Fornire caschi con luci led migliorerà notevolmente la sicurezza della visita, in quanto, verrebbe garantita l’illuminazione del percorso anche in caso di blackout esterno, così da risolvere anche il problema legato alla lunghezza massima dei percorsi di esodo in caso di emergenza.
La prospettata soluzione è già adottata nelle altre due grotte turistiche della provincia dell’Aquila, la Grotta di Beatrice Cenci (Cappadocia) e la Grotta del Cervo (Carsoli), proprio per assicurare gli standard minimi richiesti per ottenere la conservazione ambientale.
[su_note]COMUNICATO STAMPA[/su_note]