CELANO – «Celano deve tornare a riprendere peso e centralità nella Marsica ma non solo, anche nella Provincia e nella Regione». E ancora: «In questi anni nessuno si è mai visto nei tavoli istituzionali che trattavano il tema dell’Interporto, utile anche agli agricoltori e ai commercianti di Celano oppure in quello del nucleo industriale di Avezzano dove tanti imprenditori della nostra città lavorano e si espandono».
Un intervento diretto, concreto, quello del candidato sindaco al Comune di Celano, Gesualdo Ranalletta che insieme ai candidati della sua lista civica ha incontrato gli abitanti di Piazza Aia, il quartiere dove abitava sua madre.
Il quartiere dove oggi non si gioca più a bocce come tanti anni fa ma dove la sera si ritrovano spesso gli spacciatori intorno ad una fontanella e dove tante cose sono state abbandonate, come hanno sottolineato candidati come Ermanno Natalini e Eliana Morgante, dalla viabilità pericolosa della strettoia fino all’illuminazione pubblica che è quasi assente.
«In questa lista ci sono rappresentati di partiti che hanno scelto di metterci la faccia e di scendere in campo senza paura e senza timori con il solo obiettivo di fare per Celano», ha detto il candidato sindaco, «sono ragazzi e professionisti giovani e non è possibile che nel 2020 ancora stiamo parlando di democrazia e trasparenza, concetti semplici, che mettono al centro il rapporto con le persone e che dovrebbero essere scontati. Non è possibile che ancora c’è chi telefona alle persone per non farle candidare dicendo: “Tu non puoi farlo. Celano è una città libera con cittadini liberi e grazie al vostro appoggio noi lo dimostreremo».
Ha puntato tutto su come in questi anni Celano si sia “fermata” il candidato consigliere Ermanno Natalini che senza mezzi termini ha parlato di lavori pubblici, sicurezza, investimenti, definendo l’amministrazione uscente come «lenta e pasticciona».
«Nella presentazione della lista avversaria il sindaco di fatto, perché a Celano abbiamo un sindaco di fatto e uno di diritto», ha detto Natalini, «ha voluto fare un’operazione verità. No, l’operazione verità la facciamo noi: sono venti anni che Celano è ferma. In 20 anni di scuole se ne fanno 20 e non una. Hanno detto che hanno riaperto Le Gole di Celano. Le Gole di Celano le hanno chiuse loro, quando la nostra città rimase senza amministrazione perché ci fu chi lasciò la propria città perché voleva andare a Roma. Le Gole sono state riaperte con un finanziamento del Parco Velino Sirente, regionale e non dal Comune».
Natalini ha poi invitato i cittadini ad andare su Google per accertarsi delle tante promesse fatte e non mantenute, “bastano pochi click”.
«I commercianti di piazza IV Novembre non sono stati nemmeno avvisati delle modifiche che vorrebbero fare. Le hanno apprese dai gruppi e dalle pagine social», ha insistito: «a loro dico che non devono avere paura perché la piazza la modificheremo insieme, ascoltandoli. A fine agosto del 2017, basta andare sulla rete per vedere quanto affermo, è stato pubblicato il Masterplan per Celano dove hanno presentato una serie di progetti che poi ovviamente non sono stati fatti. Hanno messo le associazioni dentro a un palazzo con carenze strutturali importanti. Hanno parlato di riqualificazione dei quartieri. Quando, dove, con quali soldi. Dicono che bisogna valutare tra chi le cose le sa fare e chi le deve fare. Dietro Castello, devono chiedere scusa per quello che fecero per Dietro Castello, quando noi lo riqualificammo con la loro opposizione».
Natalini ha ricordato di quando all’epoca l’attuale maggioranza era all’opposizione e tentò in tutti i modi di contrastare il progetto che riqualificava il viale nell’aspetto e nel verde.
Il candidato ha parlato poi di potenziamento del presidio sanitario di Celano cui manca personale fino a chiudere argomentando di sicurezza e spiegare il progetto partecipazione attiva con cui si è aperto un canale diretto con la popolazione.
«Hanno detto che Celano non è beneficiaria di un bando perché la sicurezza è sotto la soglia nazionale. Non è così. Quelle sono statistiche. La gente non denuncia più perché non ha più fiducia nelle istituzioni! Lo spaccio di droga nei quartieri è sotto gli occhi di tutti. Mille occhi su questa città? Noi ne abbiamo diecimila che guardano quotidianamente quello che succede».
Il comizio è stato presentato da Nazzareno Mascitti che ha parlato del valore e dell’arricchimento in termini di cultura e di formazione che il fare politica porta in chiunque la faccia scindendo il potere che riesce a dare dalla ricchezza.
«Fare politica non è fare azienda», ha detto Mascitti, «e politica e azienda andrebbero tenuti distanti invece in questa città si continua a fare politica solo per avere il potere. Vogliono fare politica solo per quello e non per servirla. Continuo a credere», ha detto Mascitti, «che nella politica ci siano ancora tante persone oneste che riescono a mettersi contro a un sistema padronale dove i politici danno incarichi di lavoro solo a parenti e amici o che “epurano” quando qualcuno non è d’accordo su qualcosa».
[su_note]COMUNICATO STAMPA[/su_note]