AVEZZANO – Al centro del dibattito di queste settimane c’è un che, più di tutti, sta tenendo banco, quello della riapertura delle scuole. In Abruzzo, se tutto va come deve andare, si ritorna in classe a partire dal 24 settembre. Le incertezze, però, sono ancora tante. A far discutere, inoltre, sono le modalità previste per la didattica e la presenza in aula che hanno creato non pochi grattacapi tra presidi, insegnanti, famiglie e addetti ai lavori. Alcune proposte, invece, hanno alimentato polemiche. “Sentire che una ministra esponga gli insegnanti a ricatti verso gli alunni è inconcepibile”. Ovviamente mi riferisco all’idea grottesca di fare interrogare quegli studenti che per due giorni di fila non hanno indossato la mascherina. E la pedagogia, in tutto ciò, dove sarebbe?”.
Non si può neanche affermare che intanto la ripartenza ci sarà e poi, a seconda di come andrà la situazione contagi, si potrà o meno correggere il tiro. Tutti noi ci auguriamo che non ci sia il ritorno al lockdown, ma in caso così fosse, come si gestirà la situazione dello smart working con quella della didattica a distanza. La ministra lo sa che non tutte le famiglie sono attrezzate per sostenerla? Ha tenuto in considerazione le difficoltà che potrebbero avere – e che inevitabilmente avranno – le imprese?”.
“Le linee ministeriali generano confusione. Questo è il vero motivo, non c’è una messa in sicurezza e i banchi che devono arrivare in Abruzzo sono previsti per ottobre. E già qui i problemi sono sotto agli occhi di tutti. Senza parlare delle normali attività che durante l’anno vengono svolte, dalle gite e alle esercitazioni per la gestione del terremoto. Creano assembramenti, e allora come si farà? Altro problema è quello dei trasporti. Le ditte appaltatrici ancora non si sono organizzate e stanno prendendo tempo per l’organizzazione della gestione Covid. Con l’estensione della cassa integrazione, stanno facendo le loro valutazioni. Le incertezze, su questo fronte, sono ancora molteplici. Eppure parliamo di servizi indispensabili.
“Vogliamo anche metterci nei panni dei presidi? Hanno delle responsabilità enormi, come si può pensare che stiano tranquilli laddove vi è confusione e instabilità? Dal canto mio voglio lanciare un messaggio anche a favore degli insegnanti che in questo momento stanno mandando esoneri e cercano di tutelarsi. Ed è normale che accada così. Il discorso del controllo della febbre è relativo, perché stento a credere che i genitori mandino a scuola un figlio con la febbre. Oltretutto non c’è neanche una mappatura delle scuole, delle caratteristiche delle stesse. Mancano spazi e tutto quanto per una gestione ottimale. Questa situazione di instabilità non aiuta assolutamente e personalmente mi schiero al fianco delle famiglie, del mondo della scuola e quindi degli studenti di ogni ordine e grado”.
“Non scordiamoci delle periferie che devono essere rivalorizzate anche a livello scolastico. Il rilancio di un territorio passa attraverso la cultura. Questo è il programma della coalizione di cdx e delle politiche sociali. Vorrei aprire uno sportello di orientamento per le famiglie ma anche uno sportello che metta a disposizione dei ragazzi, modello college statunitense, di creare un circuito per realizzare delle attività. Bisogna lavorare per riempire i vuoti lasciati dallo Stato. Invece del bonus monopattino o quello vacanza, sblocchiamo i fondi per aiutare le famiglie nell’istruzione dei loro figli. Diamo, allora, anche la possibilità alle strutture private di accreditarsi per supportare l’istruzione pubblica, ne gioverebbero sotto molteplici profili e dalla collaborazione tra il pubblico e il privato potrebbero svilupparsi progettualità in grado di affrontare la crisi di questi mesi e di quelli futuri.
E’ quanto dichiarato dalla candidata Rosa Pestilli.
[su_note]COMUNICATO STAMPA[/su_note]