AVEZZANO – Caro Presidente Marsilio, ero un affezionato elettore di Fratelli d’Italia. Lo ero fino a domenica scorsa, quando ho avuto modo di seguire il suo intervento all’inaugurazione del comitato elettorale della Meloni ad Avezzano.
Caro Marsilio, ha distrutto in un attimo tutto il mio entusiasmo per il partito dei Gabbiani, confermando pure la circostanza, già notata da altri, che la destra a trazione Marsilio sta facendo di tutto, ad Avezzano, per perdere le elezioni. Lei ha evitato accuratamente di spiegare il motivo per il quale un partito al 16% teorico abbia rinunciato ad esprimere un candidato al tavolo regionale, né ha voluto rispondere, se non in contorto politichese, alle domande sulla crisi del suo partito, sul perché c’è stata l’emorragia di pezzi da ’90 come Floris e di giovani come Simonelli e molti altri ancora.
Che imbarazzo! Che vergogna ho provato ad essere un elettore di destra, con cotale classe dirigente!
Supponenza, pregiudizio ideologico, rifiuto a dare la lettura ovvia della realtà: ad Avezzano il centrodestra è profondamente spaccato, Forza Italia lavora al di fuori e contro Lega e Fratelli d’Italia, unico caso nazionale perché a Chieti il simbolo di Berlusconi è comunque con Fabrizio di Stefano e i dissidenti di Forza Italia almeno si sono candidati come civici.
Ma Lei, caro Marsilio, si arrabbia pure se qualcuno le ricorda la pura realtà, come quando si è osservato che il Nuovo Ospedale è stato fatto presto a Pescara, mentre ad Avezzano rischiano di mancare pure i reagenti per i tamponi e dobbiamo accontentarci soltanto di nuovi bagni.
E pure si è irritato sulle domande ficcanti sull’interporto, praticamente dismesso e quasi regalato a Croce Rossa e Protezione Civile, mentre invece avrebbe dovuto essere una struttura di supporto all’agroalimentare. Bè Salvini “porti chiusi” Lei “interporti” chiusi. Per non parlare della liquidazione di fatto del CRUA e dello scippo di 50mln di euro dell’impianto irriguo, destinati ad altri scopi, e chissà quando mai li rivedremo…
Caro presidente, la verità vera è che con la Giunta Marsilio a trazione pescaro-aquilana la Marsica è fuori da tutto. In diciotto mesi non avete fatto nulla per Avezzano, e in una prossima lettera paleremo delle promesse scritte, sottolineo scritte, fatte da Lei presidente, al nostro territorio e mai realizzate. Ne abbiamo di cose da dire e di menzogne da smentire!
Per ora osserviamo che il centrodestra ad Avezzano, ovvero Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, con la loro guerra fratricida, tra individualismi di capo di gabinetto narcisistici, invidie tutte aquilane e giochini locali da sottopolitica, sta sancendo la propria fine.
Non voterò un partito, Fratelli d’Italia, diviso e divisivo, chiuso ed arroccato, fortemente condizionato nelle scelte locali dall’invadenza di campo del sindaco dell’Aquila e dei collaboratori della presidenza. E Lei stesso presidente Marsilio, chiuso in un cerchio magico sempre più stretto, media senza mediare e mente a se stesso credendo che in questo modo tirerà a campare, sognando di tornare a Roma il più presto possibile.
E pensare che, con un piccolo sforzo, il centrodestra poteva essere aquila e non gabbiano, se solo avesse aperto le ali e volato alto, raccogliendo intorno a sé nuove intelligenze, nuove personalità, nuove competenze e tanti giovani. Qualcuno all’Aquila ed Avezzano non lo ha voluto, e dopo le elezioni lo diremo forte e chiaro.
I mondi che contano davvero, corpi intermedi, intellettuali, imprenditori, professionisti, a parte talune interlocuzioni estemporanee, non trovano alcun posto nel partito dei gabbiani. Il centrodestra diviso, ahimé, ha già perso le elezioni di Avezzano, è nell’ordine naturale delle cose. Mi dispiace per Genovesi, un caro ragazzo che avrebbe meritato una coalizione unita e non lacerata com’è adesso. Del resto, anche a Roma, se Conte governa indisturbato è solo grazie alle profonde divisioni tra Forza Italia, Lega e Meloni. Sono fatti, e non opinioni, ma i fatti danno molto fastidio a Marsilio. Ecco perché li narreremo ancora…tanti e tanti fatti.
Ps: Con la stampa non si urla si dialoga! E noi siamo marsicani e non “marsicanesi”.