PARTE PRIMA
AVEZZANO – La conferenza stampa incentrata sul Futuro del Tribunale di Avezzano, indetta nei giorni scorsi dal Partito Democratico a sostegno della candidatura a sindaco di Mario Babbo, ha visto la partecipazione del sottosegretario alla Giustizia Andrea Giorgis. Al tavolo dei convenuti Mario Babbo, candidato sindaco della città di Avezzano, Michele Fina segretario regionale PD, Francesco Piacente segretario provinciale del PD, Lorenza Panei Coordinatrice delle Donne democratiche d’Abruzzo, Fabiana Contestabile Presidente comitato per la salvaguardia del Tribunale Avezzano”.
Nulla di nuovo è stato annunciato dal prof. Giorgis che diplomaticamente ha asserito: “ l’attenzione del Governo è rivolta a tutte quelle realtà territoriali che, con la riforma 2012 della geografia giudiziaria, si è ipotizzato di sopprimere. Il Governo sa benissimo che c’è un rapporto strettissimo tra il buon governo della giustizia e lo sviluppo economico che vuol dire crescita, vuol dire migliorare la condizione di vita dei cittadini. Con la legislazione vigente abbiamo previsto che il tribunale di Avezzano, che prendo come esempio, fino al 2022 sia operante, e deve essere operante al meglio, non a respirazione artificiale. Un Governo, che vuole farsi carico di un buon funzionamento dell’amministrazione della giustizia, ascolta quelle che sono le preoccupazioni locali. L’ascolto di queste preoccupazioni, che mi sono state fatte anche nei mesi passati, hanno trovato ascolto perché erano serie, non perché siamo in campagna elettorale, questo prendere in considerazione le preoccupazioni è perché sono argomenti che hanno a che vedere con lo sviluppo e la qualità della giustizia del territorio. Quindi, bisogna valutare con molta attenzione, non solo durante la campagna elettorale ma sempre. Ho voluto dire non è che ora che c’è la campagna elettorale il Governo diventa sensibile all’ascolto. Di questi incontri ne seguiranno altri, bisognerà fare tesoro di ciò che sta capitando sul territorio nazionale, calma, ragionare, tenere conto delle specificità di ogni territorio per fare in modo che non si tratti in maniera uguale situazioni differenti.”
Alla domanda sottopostagli da chi scrive:
Dal 2009 al 2020 non è stata ancora compresa la capacità attiva e propositiva del Tribunale di Avezzano? la risposta: “Non è solo un argomento di produttività ma dell’andamento complessivo, e se proroga è stata fatta è perché una valutazione ne teneva conto.”
… e ancora: Quindi in un anno riuscirete a dimostrarlo? “Cercheremo di dare una risposta di carattere generale. L’impegno è questo.”
Diplomazia!
La storia del tribunale della città è materia complessa, proprio per mettere a fuoco un iter che per molti, forse, è ancora poco chiaro, si è contattato l’avvocato Fabiana Contestabile nel suo ruolo di presidente del “Comitato pro referendum sulla geografia giudiziaria” legata alla battaglia che ha seguito, nel corso degli ultimi 10 anni, per la salvaguardia del tribunale di Avezzano, oltre ad essere portavoce delle nove regioni referendarie quando è stato ampliato il discorso della salvaguardia a tutti i tribunali italiani.
Proprio per l’accurata e ampia esposizione, si è ritenuto di suddividere in più parti l’intervista concessa a questa redazione in esclusiva.
Avvocato Contestabile, l’incontro con il sottosegretario alla giustizia Giorgis sembra aver apportato delle nuove a quanto già conosciuto, cosa in più è stato detto? “Il sottosegretario è venuto a dirci che il Governo sta riconsiderando gli effetti della riforma della geografia giudiziaria in tutti i territori dove si è avuta la soppressione dell’ufficio giudiziario, prevalentemente i tribunali: 30 tribunali ma anche, ricordiamo, 220 sezioni distaccate e ancora quasi 700 uffici del Giudice di Pace. Stiamo parlando di 1000 uffici giudiziari che hanno lasciato il loro territorio, rimasto sguarnito non soltanto del presidio considerato come punto dove andiamo a fare le cause, perché questo comporta un venir meno sul territorio del controllo. Oggi noi ad Avezzano assistiamo tante volte alle famose risse serali che tanto hanno allarmato la cittadinanza, ma forse la cittadinanza non sa che se va via il Tribunale viene depotenziato anche il Commissariato di Polizia di Stato, viene depotenziata la stazione della Compagnia dei Carabinieri. Una cosa che c’è già successa è stato il depotenziamento del corpo dei vigili del fuoco. Legati al tribunale di Avezzano ci sono tutti questi elementi, come ad esempio il carcere che potrebbe venir via e che abbiamo già salvato una volta, qualche anno fa, perché doveva essere chiuso.”
Allora, facciamo mente locale. Perché è scattata la necessità, da parte dello Stato, di chiudere i tribunali? “Stiamo parlando del governo Berlusconi. In quel momento venne fatta la legge che delegava il governo all’attuazione, si davano istruzioni per il riordino della geografia giudiziaria, ma il vero motivo che spinse il governo a disegnare questa legge era il risparmio di spesa. Un risparmio di spesa che l’Europa voleva, che è stata poi “spacciata” come unica riforma strutturale nei confronti dell’Europa. Si parlava all’epoca di un risparmio di spesa di 80 milioni di euro. Come abbiamo poi dimostrato, quando siamo stati chiamati in Corte Costituzionale a discutere del primo referendum, analizzando tutto il bilancio dello Stato, di questi 80 milioni non c’è mai stata traccia. Quindi, quando mi si viene a raccontare che c’erano motivi di efficienza, di razionalizzazione, di maggiore legalità perché se diventa efficiente diventa maggiormente tutelabile la legalità, bene! ho qualche dubbio in proposito, ed è per questo che ci stiamo battendo ormai incessantemente, siamo come una goccia cinese. “
Nel contesto della conferenza stampa sono stati letti degli emendamenti appena emessi. Cosa enunciano? “Si sta parlando nello specifico in Regione. Si sta discutendo la proposta di legge che io, l’avvocato Petrella e l’avvocato Di Pietro, sempre insieme in questa battaglia, abbiamo scritto un anno fa, la quale va a modificare l’attuale norma di legge che consente la possibilità che il Governo, o meglio il ministro, stipuli una convenzione con le regioni richiedenti per mantenere aperti i tribunali soppressi. Le proposte di legge richiedono dei meccanismi, noi abbiamo deciso di farla passare tramite la Regione per farla diventare una proposta regionale, ed è per questo che la consegnammo ai consiglieri marsicani perché fosse portata all’attenzione di tutte le forze politiche regionali, affinché fosse approvata all’unanimità in modo che, quando poi fosse approdata al parlamento, non incontrasse difficoltà di sorta. Le cose sono andate un pò diversamente. C’è stata appunto questa discussione in commissione bilancio, hanno apportato degli emendamenti rispetto alla prima scrittura della proposta di legge ora, sicuramente, il fatto che sia passata in commissione bilancio ci porterà in discussione, entro settembre, in consiglio regionale.”
In cosa consiste questa proposta di legge? “L’attuale norma venne scritta sull’onda della questione un po’ tecnica, devo spiegarlo, quella scritta sull’onda del referendum abrogativo. Venne scritta da un senatore di Merano, regione a statuto speciale che ha delle partite di dare avere con lo Stato italiano. Per cui era molto semplice mantenere aperti i tribunali perché avevamo, effettivamente, molti soldi da poter investire in tutto questo, cosa che poi hanno fatto. Ora chiaramente questo non è corretto per tutte quante le altre regioni che non hanno statuto speciale, ma soprattutto poche risorse, perché viene meno quel principio di eguaglianza nell’esercizio della Giustizia, uno dei diritti essenziali di ogni cittadino. Quindi, la nostra proposta di legge è quella di ripristinare un giusto equilibrio nei costi di gestione dei Tribunali, anziché tutto a carico delle regioni richiedenti, riportare sostanzialmente i costi allo Stato, nel bilancio dello Stato, lasciando alle regioni esclusivamente i costi, che già sostengono, come ad esempio il riscaldamento, il mantenimento degli edifici. Costi decisamente ridotti. Lo scopo era proprio questo tramite la ripartizione corretta delle spese, corretta da un preciso punto di vista: consentire ai cittadini, e alle regioni richiedenti, di poterlo sostenere quel costo. Questo articolo, questa legge, non è un qualcosa che conosciamo soltanto qui in Abruzzo, oramai la Calabria la vuole applicare, la Campania la vuole applicare, dove ci sono stati i presidi soppressi, dove tanto si sente l’esigenza di legalità, lì si sta cercando di applicare il comma 4-bis, e sarà la nostra prossima conquista, con le regioni che già ci hanno appoggiato nel referendum e alle quali sottoporremo la nuova proposta di legge.”
Avvocato Contestabile la riporto all’annuncio del risparmio di 80 milioni di euro che non sono stati ritrovati nel bilancio. Noi stiamo sempre parlando di giustizia e legalità, vero? “Assolutamente no, non stiamo parlando di giustizia. Non si può parlare di risparmio laddove si parla dei diritti fondamentali del cittadino se poi, come ripeto, non c’è stato nemmeno questo risparmio. Si è inciso soltanto sulle nostre tasche, in realtà hanno inciso soltanto sulle tasche del cittadino che per avere giustizia deve muoversi. Noi non ci stiamo rendendo conto ma l’Abruzzo, in qualche modo grazie al nostro battere continuamente, ha ottenuto le proroghe, dopo che poteva finire vista la sordità dei vari governi, ricordo che se ne sono susseguiti ben sei, quindi non stiamo parlando né di destra né di sinistra. Il mio non è un discorso partitico anzi, ho sempre fatto in modo che questa battaglia fosse corretta da questo punto di vista. Anche la mia candidatura oggi è civica, perché è giusto che sia così, perché il mio obiettivo è la salvaguardia del tribunale per questo territorio. E’ un concetto generale che va applicato, non soltanto per Avezzano. E’ giusto per Lanciano, è giusto per Sulmona, è giusto che ogni territorio abbia il suo presidio perché è giusto che i cittadini abbiano un accesso rapido alla giustizia. Abbiamo già visto che questi accorpamenti sono stati deleteri, hanno rallentato enormemente i procedimenti.”
Fine prima parte.