AVEZZANO – “Se penso alla cultura ‘al femminile’, ho subito in mente due icone del passato, come Gaspara Stampa e Artemisia Gentileschi. L’una, espressione di una corrente poetica che potrebbe essere attuale, l’altra, fiammante ‘testa calda’ che, nel periodo in cui le due vissero (1500 / 1600), certamente non fece valere i propri diritti ma, dopo una controversa e dolorosa storia di violenza, quasi vi riuscì. La cultura, poliedrica com’era e com’è, invece spesso reso appannaggio solo di alcuni ambiti, quindi indirizzata solo a pochi (perché svegliare ed erudire la mente è assai pericoloso), sovente è sfuggita a controlli e roghi di libri, toccando lidi inaspettati. È ‘diventata’ comunque (come atomo impazzito), per tutti e di tutti (donne comprese), sebbene abbia fatto comodo, nei millenni, per alcune importanti rappresentanze della vita sociale e politica, mantenere schiave, quel tanto che poteva bastare (in termini di ignoranza), schiere e schiere di persone. La cultura: ad un certo punto l’umanità, in Italia, le ha dato moltissimo spazio, riafferrandola dopo la fine del medioevo, memore dei fasti dell’impero romano, lanciandola attraverso secoli dal sapore rinascimentale, barocco, artisticamente fervidi ma anche rivoluzionari, fatti di guerre, tanto distruttive quanto forgianti e formative; tutto ciò fino a giungere ad oggi, con la perdita delle ideologie e dell’importanza della cultura. A seguito di lunghi periodi di conquiste in più campi, purtroppo ecco la recrudescenza, il ritorno indietro. Ecco perché fa piacere (ho ascoltato diversi commenti), che, nello specifico del territorio, mediante un filtro ‘rosa’ che della donna non ha visione stilnovista, che non ne intravede le derive ‘angeliche’ ma che la evidenzia, attraverso le sue peculiarità e capacità, come attore zonale di prim’ordine. ‘Donna In’, kermesse del pensiero in sei appuntamenti, organizzata dal Centro Giuridico del Cittadino di Avezzano, assemblata dalla sensibilità di Augusto di Bastiano, ospitata all’interno di una magnifica ‘maison’ come l’Aia dei Musei’, diretta con eccellente fermezza e razionalità da Flavia de Sanctus, ha aggregato più teste ed ha reso partecipi, attorno ad un caldo e raffinato focolare, uomini e donne d’ogni età, sapendoli accogliere e stimolandoli alla ricerca. Ciò, tramite il racconto interattivo delle diverse tematiche proposte. Un invito alla riflessione, ma anche un’ottima vetrina per quei giovani, maschi o femmine che siano, che vogliano intraprendere, nel futuro, un percorso fatto d’arte, o d’ ambiente, volontariato, imprenditoria e altro. Donne come protagoniste assolute, ma non per forza ‘angeli’, bensì soggetti che, ‘colonna vertebrale della società’, sostengono, anche alla luce del momento (quasi) post covid, idee d’oggi e memorie antiche, proiettate concretamente verso il futuro, quello che (da giornalista e madre), vorrei già vedere per i nostri figli”.
[su_note]COMUNICATO STAMPA[/su_note]