ROMA – La proposta di legge CORDA è passata pressoché indenne in quanto blindata.
Sia la relatrice Deputata CORDA che il Deputato ARESTA hanno ribadito che il testo non era modificabile poiché frutto di una “mediazione”. Come ha affermato il Deputato RUSSO di FDI, che ha tenuto una posizione in disaccordo con il Gruppo di Forza Italia, la “mediazione” è stata tra la maggioranza e gli Stati Maggiori e consegnerà al paese un “Sindacato Giallo” .
Nessuna proposta emendativa fatta dalle sigle sindacali nei mesi scorsi è stata accolta. Le stesse in maniera univoca ritengono che questa legge non è per nulla soddisfacente, anzi costituisca un arretramento nella tutela dei diritti dei militari. La maggioranza non ha voluto sanare la prassi dell’attuale sistema di rappresentanza, che aveva già messo in evidenza le limitazioni poste in essere dal Codice Ordinamento Militare.
Discorso a parte per le principali forze di opposizione, tradizionalmente e storicamente contrarie alla sindacalizzazione delle Forze di Polizia ad Ordinamento Militare e alle Forze Armate. Abbiamo assistito ad una Forza Italia sostanzialmente d’accordo con il progetto di legge predisposto in Commissione Difesa, probabilmente considerando la Legge CORDA come il minore dei mali.
La Lega invece ha proposto solo emendamenti peggiorativi (fortunatamente respinti), che avrebbero portato le tutele dei militari a cadere dalla padella alla brace, dimostrando che per stare dalla parte delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine non lo si può fare a parole o indossando le magliette “polo” di questo o quell’altro corpo armato dello Stato.
Fratelli d’Italia, partito storicamente refrattario ad ogni forma di Sindacato per i Militari, ha mostrato il Deputato DEIDDA, pur animato da buone intenzioni e sane posizioni di principio, stretto tra la maggioranza del suo partito “Legge e Ordine” e una minoranza (ancora purtroppo ininfluente) di giovani parlamentari aperti mentalmente e che hanno deciso di fare i conti con la realtà irreversibile dell’Associazionismo Militare.
Tant’è che lo stesso DEIDDA si è barcamenato, tra emendamenti peggiorativi e alcuni condivisibili, mancando però l’appuntamento dall’occasione più ghiotta e forse la più sentita dal Mondo Militare: quella di smarcarsi dalla dirimente questione della Giurisdizione del Giudice Ordinario anziché quello Amministrativo cui tratta l’art. 17.
L’occasione era stata fornita dagli emendamenti presentati in chiave Giudice Ordinario da Palazzotto (LEU). Paolo RUSSO (FI) e Ermellino (Misto) che però hanno visto tutto il parlamento quasi all’unanimità respingere tali emendamenti, tant’è che Fratelli D’Italia si è astenuta anziché votare a favore (e pensare che mesi orsono in una prima formulazione FDI era favorevole al Giudice Ordinario).
Il Nuovo Sindacato Carabinieri è disponibile sin da adesso, atteso che il provvedimento passerà al Senato, a parlare e ad incontrare tutte le Forze Politiche di Maggioranza ed Opposizione in maniera tale da cercare di apportare quegli emendamenti necessari a far si che questa legge possa realmente essere una legge a favore delle tutele dei militari.
Altrimenti, se questa legge rimanesse tale e quale, il nome della deputatata Corda sostituirebbe nell’immaginario collettivo quello della Fornero, mentre le Forze di Opposizione sarebbero ricordate per quelle che addirittura volevano peggiorare questa legge.
Certo è che se si dovesse però apportare modifiche ininfluenti o qualche virgola, meglio è approvare subito anche al Senato questa Legge senza perdere tempo in una inutile seconda lettura alla Camera.
NUOVO SINDACATO CARABINIERI
[su_note]COMUNICATO STAMPA[/su_note]