AVEZZANO – Depressione: una parola che fa paura e a cui, nello stesso tempo, si dà poca importanza. È l’atteggiamento tipico nei confronti dei fenomeni che non si possono controllare e che sfuggono alle evidenze: da una parte vengono temuti, perché l’ignoto e l’incomprensibile spaventano, dall’altra vengono “rimossi”: della serie: “non si vede, quindi, non esiste”. Eppure la depressione c’è e fa vittime, tante vittime, e non parliamo solo di suicidi i cui numeri, purtroppo, sono alti, ma anche della morte psicologica, spirituale, a cui questo male oscuro conduce lentamente e in maniera infida le persone che colpisce.
Persone che si spengono pian piano, mentre aumenta la sensazione che mai più in futuro potranno essere felici. Ogni gioia, ogni speranza di serenità, risucchiate nei bui meandri della mente e un dolore sordo che in silenzio, in modo quasi impercettibile, prende possesso della mente e dell’anima. Tra le vittime anche molti giovani e giovanissimi.
Per questo, l’Associazione “Veronica Gaia di Orio”, un’organizzazione di volontariato, costituita il 20 Giugno 2017 in memoria della dott.ssa Veronica Gaia di Orio, giovane studiosa di Storia dell’Arte Contemporanea, prematuramente scomparsa, ha iniziato un percorso di prevenzione e sensibilizzazione alle problematiche della depressione giovanile, entrando nelle scuole per formare i docenti e mettersi a disposizione dei ragazzi attraverso sportelli psicologici. Ha organizzato, per il mese di Settembre, un corso di aggiornamento per gli insegnanti sia della scuola primaria che secondaria.
Abbiamo raggiunto telefonicamente il Prof. Ferdinando Di Orio, direttore del corso, psichiatra, che ci ha illustrato, con passione e competenza, sia gli obiettivi del corso che la drammatica incidenza del disturbo depressivo tra i nostri giovani.
“Noi abbiamo un grande problema di depressione giovanile sul nostro territorio. La nostra associazione opera a L’Aquila e Avezzano da tre anni, da quando è morta mia figlia (Veronica Gaia, ndr). Abbiamo scoperto che il problema depressione è molto forte. Abbiamo iniziato una attività rivolta principalmente ai giovani. Mia figlia è stata vittima della depressione. Per me questo è un argomento molto sensibile e per questo voglio aiutare i ragazzi, nei cui volti rivedo sempre mia figlia, ad uscire da quello che è un vero e proprio incubo. Le persone non lo sanno o non ci pensano: la depressione colpisce almeno 1 persona su 5. Una percentuale altissima. Dalle statistiche emerge un dato allarmante: le principali cause di morte tra i ragazzi vedono al primo posto gli incidenti stradali e al secondo i suicidi. Nella nostra zona, fino ad ora, abbiamo seguito circa 400 giovani. Cerchiamo di ascoltarli, di farli riflettere sulla bellezza della vita, di dire loro che, anche davanti alle avversità, non bisogna cedere alla tentazione nichilistica e distruttiva. Spesso il depresso è una persona che non combatte, che si arrende di fronte alla sua sensazione di impotenza. Tendiamo ad evitare di dare medicine, preferiamo aiutarli con il dialogo e l’ascolto.
Le cause della depressione sono tante e non è individuabile un meccanismo di causa-effetto: arriva come qualsiasi altra malattia biologica, ma non essendoci un vulnus fisiologico e riguardando la mente, cioè, l’impalpabile, l’invisibile, viene sottovalutata oppure, cosa peggiore, completamente ignorata o rimossa: per quanto riguarda i più piccoli, l’errore che spesso viene commesso da docenti e genitori è quello di definire semplicemente “svogliatezza” quelli che potrebbero essere, invece, i sintomi, di un disturbo depressivo.
Nelle scuole, i nostri bravissimi psicologici che mettono a disposizione la loro professionalità a titolo completamente gratuito, svolgono un lavoro eccellente e molti sono gli alunni che si rivolgono loro, superando il pudore iniziale che provano prima di rivolgersi allo sportello, pudore che è frutto di sciocchi pregiudizi sul disturbo della depressione. È importante fornire un aiuto sin dalle prime fasi di manifestazione del disagio psicologico.
Il corso di aggiornamento è finalizzato a dare i primi elementi per capire un fatto depressivo, a spiegare ai docenti cosa fare in presenza di una sindrome depressiva, e eventualmente, quando hanno difficoltà a gestirla, indirizzare il ragazzo che ne ha bisogno al Centro di Ascolto di Via Treves ad Avezzano o a L’Aquila in via Duca degli Abruzzi.
È fondamentale in questa lotta contro questo incubo la sinergia tra scuola, famiglia e psicologi.
Cerchiamo di capirli e di aiutarli, questa è la nostra mission”.
Non c’è altro da aggiungere, se non un grazie al Prof Di Orio e ai suoi collaboratori che si spendono per combattere un male che, come ogni altro male, non guarda in faccia nessuno, ma che è più subdolo e infingardo perché si nasconde nell’invisibilità, si confonde e si mimetizza come una semplice reazione a un “periodo no” che tutti possono attraversare e, cosa peggiore, nel pregiudizio che innalza una rete di filo spinato tra il mondo esterno e chi è nel tunnel della depressione, lasciandolo solo nel suo mondo di cristallo.
corso aggiornamento Associazione pdf (1)