PESCARA – “Avere parlato di quell’aggressione non significa non amare Pescara, la città e il territorio non li si ama rappresentandone un’immagine di inesistente perfezione. Il territorio lo ami se lo rappresenti nella sua complessità, non nascondendo la polvere sotto il tappeto”: lo ha detto la scrittrice Donatella Di Pietrantonio, nel corso dell’incontro “Un libro, il dialogo, la politica”, con il segretario del Partito Democratico abruzzese Michele Fina. Di Pietrantonio si riferisce alla risposta del sindaco di Pescara Carlo Masci, che commentando l’articolo di indignazione della scrittrice sul quotidiano la Repubblica aveva invitato a concentrarsi sulla difesa dell’immagine di Pescara.
Il sedicesimo episodio di “Un libro, il dialogo, la politica” è stato incentrato sul romanzo “L’Arminuta”, con il quale Di Pietrantonio ha vinto il prestigioso Premio Campiello, dedicato all’Abruzzo. La scrittrice l’ha definita una “dedica spontanea, venuta dal cuore. Il mio legame con il territorio è molto forte, ed è testimoniato dalla sua forte presenza nei miei libri. Poi si parlava nel 2017, un anno molto duro per la nostra regione. Non c’era niente di preparato perché non mi aspettavo di vincere: sono state parole spontanee pronunciate con molta emozione e molta commozione. Avevo vissuto con dolore quello che ci era capitato, il terremoto, Rigopiano, gli incendi”.
Ne “L’Arminuta” emerge, ha notato Fina citando Ennio Flaiano, un tratto caratteristico degli abruzzesi, nel romanzo trasferito in particolare nella figura materna: il pudore dei sentimenti. Di Pietrantonio la considera la tendenza a “a mostrare amore per i figli nel lavoro, nella fatica. Ho impiegato una vita per entrare nel mistero di questo amore taciuto”.
Le riflessioni sul romanzo si sono alternate con considerazioni e riflessioni sull’attualità. Una questione molto presente nel dibattito è quella delle aree interne, su come la fase di ripartenza possa rappresentare un’opportunità per rilanciarle. Fina ha richiamato i recenti dati che indicano un aumento di visitatori in estate in Abruzzo, e si è chiesto se questo dato positivo non possa in qualche modo riflettersi su un futuro dove il lavoro a distanza potrebbe essere più presente: in molti potendo lavorare da casa potrebbero scegliere di vivere nei borghi delle aree interne, a patto che ci siano tutti i servizi utili? Di Pietrantonio se lo augura e si augura “che quello che è accaduto possa rappresentare un’occasione, forse l’ultima, per il rilancio delle aree interne. E’ un tema che mi appassiona e che mi addolora. Bisogna mettere in campo volontà e risorse. In questo momento queste zone sono un po’ in vetrina. Occorre facilitare in ogni modo soprattutto i giovani che vogliono tornare a investire sul territorio”. Per Fina “bisogna investire sulle infrastrutture che mancano, sia immateriali che materiali”.
[su_note]COMUNICATO STAMPA[/su_note]