AVEZZANO – Nel marasma di questa campagna elettorale che vede il centro destra sempre più spaccato, il centro sinistra confusionario, che prima esordisce con un proprio candidato sindaco, l’avv. Roberto Verdecchia, per poi virare con l’intero PD sul candidato avv. Mario Babbo, civico, mentre i meloniani, che con il partito nazionale sfiorano il 16%, restano al balcone, avendo dalla loro anche nomi abbastanza papabili, nella Lega invece, viene nominato il nuovo coordinatore della Marsica, un tesserato PD, Giovanni Luccitti. Forza Italia però non ci sta a lasciare campo libero ad Avezzano e qualche settimana fa si è giocata “la mossa del cavallo”.
La mossa del cavallo che cos’è in politica? È quella che ha appena fatto Gabriele De Angelis. O meglio, l’ha minacciata: dicendo che come extrema ratio si potrebbe “governare da soli”. Cioè, parrebbe di capire, senza il resto del centrodestra. Se così fosse, sarebbe un tipico esempio di mossa del cavallo.
Questa è una formula che ha dato il titolo a celebri libri, come il romanzo di Andrea Camilleri, e a grandi ragionamenti come quello di Vittorio Foa nella sua autobiografia “Il cavallo e la torre”. Ma soprattutto, la “mossa del cavallo” è un modo di dire entrato nel comune linguaggio politico, oltre che in quello letterario. Il vocabolario Zanichelli lo registra all’interno della parola “cavallo”, specificando che non è solo uno spostamento a elle di questo pezzo sulla scacchiera ma anche, dal punto di vista figurato, una iniziativa abile e inattesa, fatta di velocità spiazzante rispetto alla routine e alla linearità scacchistica, che permette di liberarsi da un impedimento o di uscire da una situazione critica. Ecco allora De Angelis che usa la mossa del cavallo per aggirare il carroccio ed il diktat della Lega.
Con il nervosismo della Lega che non dà certezze a tutta la coalizione, l’intuizione dell’ex sindaco De Angelis con la mossa del cavallo, che ha portato alla candidatura a sindaco di Anna Maria Taccone, ha creato una alternativa di voto nel centro destra che potrebbe creare scenari non prevedibili per una coalizione data inizialmente per vincente ma, che oggi, lascia seriamente riflettere.
Alla base, a nostro avviso c’è ben altro: un territorio come merce di scambio, per posizionare le bandierine per l’unico posto da parlamentare che sarà disponibile alle prossime politiche, conteso da Pierluigi Biondi e Luigi D’Eramo e nel mezzo c’è la Marsica.
Il 21 settembre, data delle elezioni è pure San Matteo (e non Salvini), speriamo che anche il patrono di Salerno vi dia una mano, perché ad oggi la vediamo dura!