AVEZZANO – Si è svolta ieri mattina la prima udienza del processo Sara Sforza.
La ragazza perse la vita tragicamente il 2 gennaio di quest’anno a seguito di un incidente stradale per cui risulta essere indagato il magrebino Jarrar Ayoub, 25 anni, accusato di omicidio stradale e lesioni gravi, come previsto dagli art. 589 bis e 590 bis del codice penale.
Lo Jarrar, in fase di sorpasso sulla Tiburtina Valeria a Celano, andò a scontrarsi frontalmente con la vettura guidata da Sara Sforza, 23 anni, che proveniva dal lato opposto di marcia, provocando la morte sul colpo della giovane e il grave ferimento del fidanzato Alessio Vergari, 32 anni, passeggero della stessa auto.
All’epoca dei fatti, l’indignazione fu forte, tutti gridarono a gran voce “Giustizia per Sara”, perché il 25enne, risultato poi essere ubriaco, non fu immediatamente raggiunto da una misura cautelare: l’arresto arrivò ben 5 giorni dopo, il 7 gennaio.
Nella giornata di ieri, presso il Tribunale di Avezzano, il Giudice per le indagini preliminari, la dottoressa Maria Proia, ha accolto la richiesta di rito abbreviato condizionato, presentata dal legale di Jarrar, Leonardo Casciere, che, ai nostri microfoni ha commentato: “Ho fatto tecnicamente il mio lavoro chiedendo il rito abbreviato condizionato dalla perizia perché devono essere chiarite le cause per le quali l’incidente si è verificato. Il reato contestato al mio assistito è il 589 bis comma 8 in base al quale la pena viene triplicata fino a 15 anni, partendo da una base di cinque anni di pena per il minimo e trenta per il massimo, però la norma limita a 18 anni. Il settimo comma, dello stesso articolo dà la facoltà al magistrato di ridurre la pena, nell’eventualità vi sia una qualsiasi corresponsabilità anche minima di chi ha subito l’incidente. Al momento non è stato accertato nulla ed il giudice ha accettato la mia richiesta”.
Soddisfazione da parte dell’avvocato difensore del Vergari, Lucio Cotturone, per l’accoglimento della richiesta al giudice di acquisire le cartelle mediche del giovane, che potrebbero portare il riconoscimento di lesioni gravissime nei confronti del 32enne, che ad oggi ancora non ha recuperato del tutto i danni fisici subiti nell’impatto. Allo stesso tempo, Cotturone ha espresso perplessità: “Il rito abbreviato condizionato è una forzatura, data la responsabilità, accertata immediatamente dopo l’impatto, riconducibile esclusivamente al cittadino magrebino, rafforzata dalle dichiarazioni di due testimoni oculari e dalle ammissioni dello stesso imputato durante l’interrogatorio. La perizia disposta ora si sarebbe dovuta richiedere in fase di indagine. Mi sono opposto perché non la ritengo utile dopo sei mesi dall’incidente, quando i luoghi e le cose sono state soggette, per forza di cose, a cambiamenti: la piattaforma probatoria esclude anche la minima responsabilità a carico di Sara, gli atti di indagine escludono ed avvalorano quella che è appunto la responsabilità esclusiva dell’imputato. La perizia, quindi, non incide e non potrà incidere sull’evento morte della ragazza. Rispetto al Vergari mi ritengo soddisfatto perché c’è stata l’acquisizione della cartella clinica del mio assistito presso il reparto di ortopedia dell’ospedale civile di Avezzano: in prima battuta si era parlato di lesioni lievi, perché sotto ai 20 giorni di prognosi, ma in realtà sono lesioni gravissime perché superiori ai 40 giorni (accertate con certificazione medica pubblica), che il mio assistito ancora oggi sta patendo. Non ritengo corretta, quindi, seppur la rispetto, la decisione del Gip e mi auspico un intervento del Legislatore sul reato in questione e, nello specifico quando ci troviamo di fronte a guida sotto effetto di alcool o droga, che vada ad escludere la possibilità di richiesta di rito abbreviato nell’ipotesi di omicidio stradale, come già è successo per altri reati, ipotizzando il dolo eventuale. Devono essere differenziate le varie condotte: chi causa un incidente stradale mettendosi nelle condizioni sopra descritte non deve avere la possibilità di usufruire del rito abbreviato”.
Nel procedimento si è costituita parte civile, oltre ad Alessio Vergari, anche l’Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale (ASAPS), rappresentata dagli avvocati Alfredo Baldassarri e Luisa Cornacchia. esistente dal 1991 che si occupa della sensibilizzazione degli utenti della strada al rispetto delle norme del codice ed è stata promotrice, attraverso la raccolta di 85.100 firme, della riforma legislativa sull’omicidio stradale, introdotto nell’anno 2016.
Da oltre 25 anni pubblica un periodico, “Il Centauro”, sempre riguardante i casi di omicidio stradale.
Abbiamo raccolto le dichiarazioni dell’Associazione: “È la prima volta che il Tribunale di Avezzano riconosce l’ammissione di costituzione di parte civile dell’Asaps. Ci sono altri casi che purtroppo hanno interessato il nostro territorio: le famiglie delle vittime devono avere giustizia, è quello che meritano. Noi ci siamo opposti, insieme alla difesa del Vergari, alle decisioni del giudice, anche perché la dinamica dell’incidente è da subito apparsa evidente, sia perché sul luogo del sinistro erano presenti diversi testimoni oculari, sia perché la dinamica è emersa in sede di interrogatorio dell’imputato. Nessun accertamento, ora potrebbe, a mio avviso, cambiare il fatto: l’imputato aveva sorpassato due veicoli, in un tratto di strada in cui è vietato, andando a schiantarsi frontalmente con l’auto di Sara. Il giudice ha ritenuto opportuno nominare un consulente in quanto non chiara l’esatta velocità con cui procedevano i veicoli. Il Pm aveva chiesto il giudizio immediato che, chiaramente, viene quando c’è un’evidenza probatoria che può portare ad un accertamento della responsabilità, quindi le prove convergevano verso quella direzione”.
La famiglia Sforza, rappresentata dal legale Tony Montagliani, non si è costituita parte civile nel procedimento penale perché intende perseguire solo l’aspetto civilistico.
L’udienza è stata rinviata al 28 ottobre 2020 per la nomina del tecnico che dovrà effettuare la perizia per la ricostruzione della dinamica dell’incidente.