LUCO DEI MARSI – La sindaca di Luco dei Marsi, Marivera De Rosa, interviene in relazione all’iniziativa organizzata e pubblicizzata diffusamente da non meglio specificate “associazioni della parrocchia”, con il locale gruppo Agesci.
“Viene diffusa in queste ore, a colpi di comunicati stampa, la notizia della cosiddetta “iniziativa solidale” a favore di don Giuseppe Ermili”, spiega la sindaca Marivera De Rosa. “Sono rimasta, per una volta, sgomenta e – sebbene per poco – senza parole, nel vedere piegata la sacralità della Chiesa a un’iniziativa di stampo puramente politico, e della peggiore politica. Quella che certi personaggi praticano da sempre, predicando molto bene e razzolando molto male. Gli stessi personaggi che si sono arrogati la libertà di parlare a nome dell’intera comunità parrocchiale, non si sa bene se per diritto divino, visto che tanti membri di detta comunità parrocchiale mi hanno contattata, esprimendomi non solo vicinanza, ma anche smarrimento per questi reiterati atteggiamenti ostili, nella forma e nella sostanza, attuati dai “soliti noti” che vorrebbe riprecipitare il paese in cupe atmosfere, fortunatamente alle spalle”, continua la Sindaca, “Con le solite due/tre famiglie che pretendono di gestire come cosa privata non solo i beni pubblici, ma addirittura la Chiesa. Non dissento certo dalla preghiera, o dalla “solidarietà”, che ognuno può esprimere a questo o a quello come vuole, anche se gli unici torti a don Giuseppe glieli ha fatti chi lo ha posto in questa situazione, sebbene io non possa non rilevare che altre esimie figure sacerdotali, nel tempo alla guida della nostra parrocchia, mai si sarebbero fatte coinvolgere in certe vicende. Ma dissento dalla spettacolarizzazione che si fa dell’iniziativa, che appare non il fine, bensì il mezzo. E che avrebbe avuto un senso dignitoso se non fosse quello che è, cioè un tentativo di ‘chiamata al popolo’ contro l’Amministrazione e il Sindaco col solo fine di creare spaccature e pretendere prese di posizione da parte dei cittadini. Cittadini che si saranno formati la loro opinione intelligente sulla vicenda, e a cui magari non piacerà tanto essere tirati per la giacchetta. Che si usi la religione o il senso di cristiana appartenenza per questo fine, è a dir poco deplorevole, per non dire altro. Strumentalizzazioni attuate con la solita “fintamente pia” spregiudicatezza, sempre crescente, come abbiamo visto anche per altra questione relativa al capoluogo marsicano, dove nel mirino di certi elementi (gli stessi che sono pure qui tra i protagonisti) erano finite nientemeno che delle suore. E la cosa che desta più sgomento è che chi dovrebbe intervenire, invece, lascia fare. Questi personaggi, oggi, sono più che mai impegnati a creare non solchi, ma baratri nella comunità. Personaggi che dovrebbero dire, invece, che la popolazione luchese, tutta, per decenni ha pagato loro, con le tasse, i consumi di acqua e servizi, mentre loro occupavano un’intera struttura. Struttura in modo ricorrente ceduta a terzi – non agli anziani luchesi, ai bambini, alle associazioni, alla cultura, alle attività per tutti – e il “chi, perché, come e quando” lo sanno solo loro. Tutto ciò senza autorizzazione alcuna, nella perpetuazione di un contrasto inammissibile tra le regole che si applicano a tutti e la gestione padronale dei beni della collettività. Un bene che, malgrado tutto, volendo riconfermare, contro ogni evidenza, la fiducia dell’Ente nel loro operato, è stato lasciato comunque nella loro disponibilità, per l’intero piano assegnato più pertinenze, come ampiamente detto. Proprio per questo sono rimasta attonita dalla spregiudicatezza di certi soggetti, che hanno continuato a rispondere alla mia mano tesa come hanno fatto, fino ad arrivare a questo battage pubblicitario puramente strumentale. Sappiano, certi elementi, che certi giochetti non mi spaventano: li trovo, semmai, imbarazzanti per loro, e un affronto per l’intelligenza di tutti i cittadini. Spieghino invece, ai loro concittadini, i motivi di questa feroce campagna contro l’amministrazione, i motivi per cui tentano di spingere i luchesi a stare “di qua o di là”, perché nella loro miseria morale è evidente che esiste solo questa realtà. Nella mia realtà, di Sindaco, esiste la Comunità, tutta, per cui lavoro senza sosta né distinzioni. Le spieghino ai cittadini queste cose”, conclude la sindaca De Rosa, “e continuino con altri sistemi, più dignitosi, la loro triste primaticcia campagna elettorale”
[su_note note_color=”#eff400″ text_color=”#1d2023″]COMUNICATO STAMPA[/su_note]