AVEZZANO – “…convien evitar sempre di esporsi fra due fuochi, e di attaccare per angoli rientranti, per non essere inviluppato né dal fuoco nemico, né dalle sortite della piazza”. (tratto da “Dizionario teorico-militare contenente le definizioni e gli usi delle difese( …) secondo la scuola moderna pei militari di ogni arma e compilato da un Uffiziale dell’esercito del già Regno d’Italia.” Firenze-Giuseppe Celli editore 1849).
La situazione della repentina chiusura dell’Istituto Sacro Cuore di Avezzano, non consente di soprassedere a una decisione che resta, ancora, poco chiara e piena di contraddizioni.
Raggiunto il preside, prof. Marco Ridolfi, ha così dovuto precisare: “Mi dispiace ma non sono nella possibilità di rilasciare dichiarazioni poiché l’istituto delle Apostole del Sacro Cuore, con lettera scritta, mi ha diffidato, ad ogni effetto di legge, dal formulare giudizi sulla loro gestione.” La lettera porta la firma della superiora provinciale delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù Leda Pieropan e la firma della legale rappresentante Marcella Tomei.
Una intimidazione che lascia davvero sbigottiti, fosse solo per il nome con il quale ci si identifica: apostole! L’apostolo è il continuatore dell’opera di Cristo e predicatore nel mondo della sua dottrina. Non vuole essere una lezione di religione ma, per quelle ataviche conoscenze che portano l’individuo ad accettare i dogmi della Chiesa, è voler credere che chi prende i voti non sia un imprenditore ma il portavoce di Gesù.
Dal prof. Marco Ridolfi, abbiamo potuto raccogliere solo le professionali considerazioni di chi ha intrapreso la strada dell’educatore (riconosciuto il suo valore proprio da chi gli impone il silenzio. n.r.d.).
“Ho una preoccupazione grande per gli otto bambini che non sapranno dove far valere il loro diritto allo studio. Nel cambiamento del percorso scolastico, si vanno a creare delle dinamiche gravi a livello pedagogico e psicologico. Oltre che all’accoglienza, gli alunni cambiano maestra, cambiano compagni in un momento della loro età in cui devono ancora formarsi. Non hanno la capacità di comprendere la realtà dei fatti. Inoltre, si consideri il grave danno soprattutto per i bambini del quarto anno che sono accompagnati, fino a quel momento, in un determinata formula di accoglienza e si ritroveranno ad essere allo sbando, nel dover trovare una soluzione per un solo anno scolastico. La scuola primaria è una scuola importante. È la più importante perché deve formare i bambini, e deve dare loro le basi per essere poi studenti delle scuole superiori e dell’università. Si sa, se non si ha già dalla primaria una valida preparazione, poi si fallirà nel corso degli studi. Come si potrà mai dire ai bambini, specialmente della seconda e della terza, che dovranno separarsi da quel ambiente di tranquilla accoglienza e cambiare, completamente, il loro sistema di vita scolastica? La percentuale degli allievi che venivano al Sacro Cuore erano quelli che nella scuola statale, non per colpa della scuola pubblica, ma solo per i numeri elevati delle presenze in ogni aula, non potevano avere un insegnamento personalizzato. Presso l’istituto Sacro Cuore le classi sono meno numerose ed è molto più facile seguire i bambini da vicino, con un insegnamento quasi individualizzato e personalizzato. Al nostro interno trovavano un mondo più controllato. Il cento per cento dei bambini, che hanno lasciato la statale, hanno ricevuto e trovato un miglioramento. Chi sarà costretto al cambiamento scolastico avrà un enorme disagio, e con il covid certo la situazione non migliorerà, forse, andrà anche peggio.” Termina così l’intervista al Coordinatore didattico del’Istituto Sacro Cuore di Avezzano, e null’altro viene chiesto per evitargli ogni conseguenza legale.
Emerge, esclusivamente, la preoccupazione di un insegnante per il futuro scolastico di quei piccoli allievi, abituati a delle precise regole e ad essere accolti nel loro quotidiano sicuro mondo .
Torna alla mente l’avviso esposto lo scorso anno scolastico 2019/2020, a firma sempre di suor Pieropan, con il quale si comunicava che sarebbe stata chiusa la scuola media per potenziare le forze sulla scuola primaria e sull’asilo. Strategia preparatoria?
… e Roma tace!