AVEZZANO – L’esame sta finendo, e un anno se ne va… va via così l’anno scolastico 2019-2020, con gli ultimi maturandi che festeggiano all’esterno degli edifici scolastici la fine di un percorso durato, tra scuola materna, elementare, media e superiore, 16 anni: una bottiglia di spumante, un mazzo di fiori accolto come un trofeo, un ultimo sguardo indietro, a quella scuola in cui per cinque anni si è sofferto, sudato, riso, pianto, amato, e, poi, via, verso il futuro, un futuro che, abbiamo capito, si può soltanto immaginare, sognare, ma non programmare, o, almeno, non del tutto.
Finisce così questo anno scolastico, forse con un po’ di nostalgia di quello che poteva essere e non è stato.
Come è stato questo esame di maturità versione Covid?
È stato un esame, come tutti gli altri, con la sua carica di ansia, emotività, commozione. I ragazzi hanno dato il massimo. Probabilmente, se a febbraio avessimo chiesto loro cosa ne pensassero di un esame senza gli scritti, si sarebbero tutti detti entusiasti, ma dall’8 Marzo, le cose sono cambiate. Avrebbero voluto un esame “normale”, non volevano passare per i “graziati” del Covid. Ed è forse per questo che hanno fatto ricorso a tutta la loro dignità e hanno affrontato il colloquio con la determinazione di affermare tutto il loro valore, e avrebbero voluto che i sessanta minuti previsti per la prova, fossero raddoppiati. Volevano parlare, dimostrare tutto il loro sapere, tutte le loro competenze, tutta la loro capacità di aver studiato, seppure con la guida dei docenti “a distanza”, in autonomia.
Quale voto attribuiremo, dunque, ai “maturi” del 2020? Sicuramente un 100 e lode, perché, al di là del risultato raggiunto da ognuno, meritano tutti il massimo della nostra considerazione e stima.
Se ne va così l’anno scolastico 2019-2020, con la consapevolezza che, anche se il tempo per un po’ è sembrato essersi fermato, esso è trascorso e ha seminato germogli di forza che nei nostri ragazzi sono già maturati.