AVEZZANO – La notizia è di qualche giorno fa: nel nord Italia, due piloti di droni sono stati fermati, pesantemente sanzionati e denunciati alla Procura per violazione della normativa aeronautica in quanto volavano su area Parco senza autorizzazione. Inutile dire che la cosa ha destato notevole stupore perché, forse, è la prima vera mossa “amministrativa” inerente il mondo dei droni che ha trovato in due persone il capro espiatorio della confusione galoppante del settore APR; ma qualcosa non quadra e vediamo perché.
Secondo la normativa aeronautica, per volare sulle aree Parco occorre richiedere l’autorizzazione all’amministrazione dell’Ente Parco: fin qui nulla di strano, in quanto è come se fossero spazi aerei soggetti a restrizione come per molte altre zone indicate in Cartografia. Anche se non è ancora chiaro, sembrerebbe, però, che la zona Parco in questione non sia riportata sulla Cartografia Aeronautica di Enac, la quale rappresenta lo strumento ufficiale di volo per tutti i piloti (ed Enac è l’unico Ente preposto alla gestione dell’attività di volo. Nessun altro se non indicato da Enac stesso).
Cosa è accaduto quindi?
La verità è ancora in corso di accertamento, ma gli scenari possibili di fatto sono due:
- l’area Parco è riportata in Cartografia e i piloti non l’hanno consultata;
- l’area Parco non è riportata in Cartografia e quindi invisibile per i piloti.
Se si è verificato il primo caso, i piloti hanno commesso un errore e quindi sono sanzionabili.
Se si è verificato il secondo caso, siamo di fronte al primo corto circuito amministrativo del sistema.
Spieghiamo meglio.
I piloti, quando devono fare una missione di volo, eseguono quella che viene definita la “pianificazione del volo”. Ciò comporta l’acquisizione e l’elaborazione di tutte quelle informazioni relative al territorio e alla meteorologia per consentire un volo certo e sicuro. Tale pianificazione viene effettuata consultando gli strumenti di Enac (e Enav) come la Cartografia Aeronautica, gli AIP e i Notam: questi sono gli strumenti ufficiali di tutti i piloti. Tali strumenti, quindi, vengono periodicamente aggiornati proprio per consentire situazioni di volo efficienti e sicure.
Viene da sé, quindi, che qualora qualche informazione venisse omessa o non aggiornata non si avrebbe altro modo per conoscere e/o pianificare l’attività di volo in maniera corretta. Per l’attività di volo APR è stata istituita la piattaforma ufficiale D-Flight che dovrebbe raccogliere tutte quelle informazioni per poter volare in sicurezza e legalità. Purtroppo tale piattaforma è ancora incompleta e non ancora del tutto aggiornata in quanto istituita appena 7 mesi orsono. È naturale, quindi che risulta molto difficile, per chi vola, non commettere errori in presenza di informazioni incomplete.
Per ovviare a questa mancanza si utilizza la “Documentazione Ufficiale” di Enac sopra menzionata.
Nel caso, quindi, che l’area Parco non risultasse indicata in Cartografia, tutto il meccanismo di sanzione e denuncia perderebbe di significato, in quanto l’Ente Parco o Enac non avrebbero ancora provveduto alla indicazione o la stessa non è stata ancora aggiornata.
La questione, quindi, dovrà essere spiegata dai piloti qualora si fosse verificato il primo caso, o dagli agenti dell’Ente Parco qualora si fosse verificata la seconda ipotesi.
Rimane comunque l’obbligo di ricordare che il buon senso non può essere normato, per cui i piloti devono comportarsi come tali e gli Enti Locali devono “regolare” l’esercizio delle loro funzioni, in quanto occorre una formazione aeronautica di base per poter attribuire pesanti sanzioni e denunce come quelle in questione.
Vedremo l’evolversi della situazione nei giorni seguenti.
Restate sintonizzati.