OVINDOLI – È stato affidato l’incarico per la redazione del piano di gestione dei pascoli dell’intero territorio del Parco e dei siti Natura 2000 relativi, all’ATI costituita da Temi srl e da Agristudio srl, due importanti società con ampia professionalità e competenza specifica.
In un momento particolare che vede la gestione dei pascoli molto “attenzionata”, per diverse ragioni, il Parco sceglie la strada del Piano dei pascoli, imprescindibile per una corretta programmazione e pianificazione. “Credo che il patrimonio pascolivo, presente nel nostro territorio, debba avere strumenti consoni, moderni e condivisi per una gestione che si basi su criteri scientificamente provati” sottolinea il Commissario Igino
Chiuchiarelli. “Ho presentato la proposta del piano dei pascoli al Presidente della Comunità del Parco Francesco D’Amore e a tutta la Comunità, che mi ha dato ampio mandato e disponibilità alla
collaborazione. Il Piano che verrà redatto entro il mese di ottobre 2020 permetterà di coniugare la
salvaguardia della biodiversità vegetale con le esigenze legittime di allevatori e dei Comuni e controllerò personalmente i lavori. Sarà svolta una funzionale attività di concertazione con tutti portatori di interesse e con la stessa Riserva orientata Monte Velino, con cui condividiamo una parte di territorio, condivisione che è alla base dell’applicabilità di uno strumento di questa caratura. I nostri pascoli hanno bisogno di regole omogenee e
di interventi migliorativi”
“Esprimo soddisfazione per le attività che il Parco sta portando avanti anche in questa fase di
commissariamento che verrà risolta al più presto” sottolinea l’Assessore con delega ai Parchi Emanuele Imprudente. “Condivido pienamente quanto affermato dal Commissario; infatti la redazione del Piano di gestione dei Pascoli va nella stessa direzione della legge sui pascoli approvata recentemente. Abbiamo bisogno di fatti sostanziali e concreti a tutela degli interessi delle nostre Comunità e delle aree interne”. Nei territori montani i sistemi pastorali hanno da sempre svolto un ruolo preminente nell’utilizzo delle risorse foraggere. Il pascolo oltre ad essere il mezzo di utilizzazione tradizionale delle superfici montane è anche quello più razionale perché in grado di fornire una produzione foraggera che, date le limitazioni climatiche, di altitudine e pendenza, rappresenta l’unica soluzione produttiva possibile. La situazione attuale dei sistemi pastorali risente profondamente del processo di trasformazione economica e sociale innescatosi a partire dagli anni 50-60, processo che con superamento della società rurale e lo spopolamento delle aree marginali ha comportato una pesante riduzione delle superfici, del patrimonio
zootecnico e della pratica alpestre. Si pone quindi l’esigenza di ridefinire le potenzialità di carico dei pascoli in funzione sia degli accresciuti standard produttivi del bestiame, che della qualità foraggera, che della tutela della biodiversità nell’ottica di una conservazione quali – quantitativa del pascolo stesso.